Il round negoziale di mercoledì fra Stati Uniti e Messico, al quale hanno partecipato il vicepresidente Mike Pence e il segretario di Stato Mike Pompeo, non ha portato ad un accordo. Riconoscendo progressi nelle trattative, ma "insufficienti", Donald Trump su Twitter è tornato a brandire la minaccia di introdurre, da lunedì prossimo, una tassa del 5% su tutti i prodotti messicani.
I dazi potrebbero poi andare in crescendo fino a toccare il 25% in ottobre. "Non sto bluffando", ha garantito il presidente, malgrado l'opposizione anche di numerosi repubblicani, che temono per le ripercussioni sull'economia nazionale e sulle tasche dei cittadini. Le discussioni riprendono giovedì.
Marcelo Ebrard negozia per il Messico
Washington chiede alla controparte di contribuire a frenare l'immigrazione. In maggio 133'000 persone (fra le quali migliaia di minorenni non accompagnati) sono state fermate mentre tentavano di passare illegalmente il confine statunitense, provenienti dal Messico ma originarie soprattutto dei paesi più poveri e pericolosi dell'America centrale, ovvero Guatemala, Honduras ed El Salvador. Viaggiano in comitive sempre più numerose. In segno di buona volontà le autorità messicane ne hanno fermata una di 1'200 persone proprio mercoledì. Per la prima volta, il mese scorso è stato però intercettato anche un gruppo di 117 africani.
I numeri sono in netta ascesa rispetto a quelli dell'inizio del mandato di Trump, nel gennaio del 2017, quando alla frontiera venivano fermate meno di 20'000 persone al mese.