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Discriminata per il velo

Una ragazza, scartata da un posto di lavoro per il fatto di indossare un hijab, ottiene ragione dal massimo tribunale degli Stati Uniti

  • 1 giugno 2015, 19:12
  • 7 giugno 2023, 09:14
Un caso mai sollevato negli ultimi 30 anni

Un caso mai sollevato negli ultimi 30 anni

  • reuters

La Corte Suprema degli Stati Uniti lunedì si è pronunciata a favore di una donna musulmana che ha portato avanti una causa contro il colosso dell'abbigliamento Abercrombie & Fitch per discriminazione. Nel 2008, quando la giovane Samantha Elauf aveva 17 anni, fece un colloquio di lavoro presso il gruppo come addetta alle vendite presso il negozio di Tulsa in Oklahoma.

L'esame fu positivo, la donna ottenne un buon punteggio per quella posizione ma ad ostacolare la sua assunzione è stato un hijab, un copricapo indossato dalla donna per motivi religiosi.

L'azienda statunitense su questi temi ha regole rigide ed indossare quel velo per motivi religiosi fa parte dei divieti imposti ma, hanno assicurato, il loro marchio da tempo mostra rispetto per le diversità. Da qui parte la denuncia dell'aspirante commessa, tramite l’Equal Employment Opportunity Commission (EEOC) che vigila sulle peri opportunità del lavoro in USA, vinta in primo grado e ribaltata poi in una seconda udienza fino al pronunciamento della Corte Suprema lunedì che per 8 voti a 1 ha dato ragione all'EEOC.

Reuters/sdr

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