Si rafforzano con il passare delle ore le decise proteste contro il carovita in diverse città iraniane. Sabato a Teheran alcune centinaia di studenti sono scesi nelle strade attorno all'università unendosi alle contestazioni. Nel contempo intanto, sia nella capitale, come in altre località, decine di migliaia di persone hanno organizzato manifestazioni a favore dell'attuale Governo e del presidente Hassan Rohani.
Inizialmente pacifiche, le dimostrazioni si sono inasprite con il passare delle ore. Così, sedi di istituzioni governative, come pure banche e biblioteche, sono state attaccate dai manifestanti in varie città. Ovunque sono state bruciate persino immagini della Guida Suprema Ali Khamenei, dimostrando il carattere politico e antisistema che hanno assunto le proteste di piazza.
In serata si sono registrati i primi morti. Almeno sei persone sono state uccise e molte altre sono rimaste ferite a Doraud, nell'Iran centrale. Durante la giornata non si erano registrati disordini e la diatriba si era spostata sul piano politico contro Washington. In mattinata il presidente Trump aveva infatti scritto su Twitter che l’Esecutivo iraniano "dovrebbe rispettare i diritti del popolo, compreso quello di espressione. Il mondo sta guardando".
Non si è fatta attendere la replica governativa. “Dichiarazioni ingannevoli, ipocrite e opportunistiche”, ha commentato il portavoce del ministro degli Esteri iraniano, Bahram Gashemi. Nessun accenno, per ora, da parte di Teheran al fatto che la situazione di "criticità economica" per la popolazione iraniana è in parte causata proprio dall'atteggiamento americano e dal persistere di sanzioni volute da Trump nonostante l'accordo nucleare firmato dal suo predecessore Barack Obama nel 2015 e che l'attuale presidente USA vorrebbe cancellare.
ATS/Reuters/AFP/EnCa
RG 18.30 del 30.12.2017 - Il servizio di Lucia Mottini
RSI Info 30.12.2017, 22:51
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