ATACMS: una sigla molto conosciuta negli ambienti militari ma che da qualche giorno si sta diffondendo anche sulla bocca di un pubblico più generalista. ATACMS si riferisce infatti a “Army Tactical Missile System”, una versione avanzata di missili balistici tattici a lungo raggio, inviati dagli Stati Uniti in Ucraina. Missili che Kiev ha sempre voluto usare contro obiettivi direttamente sul suolo russo, ma Washington si era finora rifiutata. Finora… dato che è notizie di questi giorni, il presidente uscente Joe Biden ha appena dato il via libera per usare queste armi contro obiettivi nella Federazione russa, ma solo nella regione del Kursk, dove le truppe di Kiev sono penetrate ma si trovano attualmente in difficoltà.
Come funzionano questi missili? Ecco le caratteristiche principali:
- Gittata: Possono colpire bersagli fino a 300 km di distanza, permettendo di raggiungere obiettivi ben oltre la linea del fronte.
- Precisione: Grazie al sistema di guida GPS, i missili ATACMS possono colpire con grande precisione, riducendo il rischio di danni collaterali.
- Velocità: Viaggiano a velocità supersoniche, rendendoli difficili da intercettare.
- Testata: Possono essere equipaggiati con diverse tipologie di testate, tra cui quelle a frammentazione esplosiva, per massimizzare l’efficacia contro vari tipi di bersagli.
L'analisi di Mauro Gilli
Telegiornale 18.11.2024, 20:00
Funzionamento
I missili ATACMS inviati in ucraina sono prodotti dalla Lockheed Martin, una delle principali aziende statunitensi nel settore della difesa e dell’aerospazio. Vengono lanciati da piattaforme mobili come il sistema HIMARS (High Mobility Artillery Rocket System) e il MLRS M270 (Multiple Launch Rocket System). Una volta lanciati, i missili possono modificare la loro traiettoria in volo per evitare l’intercettazione e colpire con precisione obiettivi strategici come depositi di munizioni, basi operative e infrastrutture critiche.
L’invio di questi missili in Ucraina rappresenta un significativo supporto militare, permettendo alle forze ucraine di colpire obiettivi a lunga distanza che altrimenti sarebbero fuori portata. Tuttavia, secondo vari analisti, non sono un cosiddetto “game changer”: da soli non modificheranno le sorti del conflitto, anche perché da mesi si parla del loro impiego sul territorio russo e Mosca ha così avuto il tempo per attrezzarsi e fare fronte al loro eventuale – e ora concreto – utilizzo.
La nostra analisi: