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Egitto, tre anni vissuti in bilico

Il 25 gennaio del 2011 scoppiavano le proteste di piazza; cos'è cambiato in questo lasso di tempo?

  • 25.01.2014, 11:05
  • 06.06.2023, 13:24
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Forti spaccature

  • KEYSTONE

Chiedevano riforme politiche e sociali le 25'000 persone che scesero in piazza al Cairo esattamente tre anni fa sull’onda di quella che venne battezzata la Primavera araba. Venti di cambiamento soffiavano da più parti e l’Egitto si apprestava a dire addio a 30 anni della dominazione del rais Hosni Mubarak.

Dopo 36 mesi (vedi scheda a lato) di profondi cambiamenti, tensioni, attentati, scontri, il paese è riuscito recentemente ad approvare una nuova Costituzione. Fragile, ancora in bilico, la nazione deve fare i conti anche con una nuova serie di attentati che proprio ieri, venerdì, hanno scosso il Cairo .

Ma cos’è cambiato in questo lasso di tempo? Chi c’era e chi c’è ora in Piazza Tahrir, divenuta il simbolo della protesta?

“Il 25 gennaio del 2011 c’era in piazza Tahrir l’unità di tutte le componenti della società egiziane che si erano unite per protestare contro Mubarak.”, ci spiega Alessandro Accorsi , freelance italiano e cofondatore di Zeernews.com che vive da tempo al Cairo, “oggi ci si trova di fronte a una polarizzazione crescente, in cui grosse componenti della società vengono isolate e ignorate dal Governo, penso in prima luogo agli islamisti e ai giovani che vengono volgarmente associati ai terroristi. L’Egitto rimane un paese con delle forti spaccature, forse insanabili.

Ma come viene vissuto questo anniversario dalle giovani generazioni?

“I giovani sono stanchi, tutti i ragazzi che conosco che hanno fatto parte del movimento rivoluzionario festeggeranno l’anniversario a casa o andandosene dal Cairo. Loro sono sempre stati quelli in prima linea e ora si ritrovano ad essere perseguitati ed arrestati. Hanno bisogno di tirare il fiato”.

Egitto, una rivoluzione incompiuta: Cairo-Tunisi come vedere queste due realtà a confronto?

Le due realtà sono molto collegate perché i Fratelli Musulmani tunisini hanno imparato moltissimo da quello che è successo in Egitto quest’estate. Basta vedere la Costituzione approvata in Tunisia, definita la più liberale del mondo arabo. I Fratelli Musulmani tunisini hanno capito che era necessario condividere il potere e aprire un dialogo con le altre forze politiche. In Egitto invece i Fratelli Musulmani hanno letto la rivoluzione come un modo per ottenere elezioni libere e democratiche. Una volta eletti della democrazia però se ne sono dimenticati”.

Alessandra Spataro

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I tre anni dall'inizio della rivolta, alcune date da ricordare

25 gennaio 2011 , proteste in piazza Tahrir al Cairo contro il rais Hosni Mubarak, al potere da 30 anni: in migliaia gridano il loro malcontento, chiedendo a gran voce riforme politiche e sociali. 26 – 27 gennaio 2011 , scontri di piazza. 11 febbraio 2011 , dimissioni dell’82enne Hosni Mubarak. marzo 2011 , proteste contro i militari; l’esercito risponde con la violenza. 21 gennaio 2012 , elezioni della Camera Bassa: Libertà e Giustizia, braccio politico dei Fratelli Musulmani, ottiene il 47% delle preferenze. 30 giugno 2012 , Mohamed Morsi è ufficialmente il nuovo presidente, il primo democraticamente eletto ed il primo che non proviene dall’esercito. 12 agosto 2012 , Morsi ordina la rimozione di molti generali di alto livello e cancella dalla Costituzione gli emendamenti decisi dai militari. 12 ottobre 2012 , nuovi scontri di piazza tra sostenitori e oppositori del presidente. 26 dicembre 2012 , l’Egitto ha una nuova (contestata) Costituzione. 3 luglio 2013 , Mohammed Morsi viene deposto; al suo posto viene nominato Adli Mahmud Mansur. Il generale Abdul Fatah Khalil Al-Sisi, annuncia che la Costituzione del paese è sospesa. 14 agosto 2013 , 500 persone muoiono e 5'000 rimangono ferite dopo un attacco da parte delle forze di sicurezza a due sit-in sostenitori di Morsi, al Cairo. 18 gennaio 2014 , viene approvata con il 98% dei voti la nuova Costituzione; affluenza alle urne inferiore al 40%.

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