El Niño, fenomeno climatico ciclico nel Pacifico in cui le acque si riscaldano causando condizioni estreme, continua a crescere ed è molto simile a quello del 1997. Le immagini catturate quest'anno dai satelliti mostrano una somiglianza con quello che 18 anni fa provocò fenomeni meteorologici come la grande tempesta di ghiaccio su New York e tutto il nord-est degli Stati Uniti e, in estate, la violenta ondata di caldo in Europa.
Al momento è impossibile prevedere i tempi esatti e l'intensità con cui El Niño si abbatterà nei prossimi mesi sul clima mondiale, però il fenomeno climatico ha già iniziato a farsi sentire nelle regioni del Pacifico con una riduzione delle piogge in Indonesia, alluvioni in America Latina e ondate di caldo in Australia, Africa meridionale e in modo indiretto anche a New York, dove si registra un dicembre di caldo da primato.
Un 2015 di eventi estremi
L'anno che stiamo lasciando alle spalle, secondo il servizio britannico per la meteorologia, è stato quello più caldo degli ultimi 136 anni: le ondate di calore che hanno colpito India e Pakistan tra maggio e giugno hanno causato la morte di 3'000 persone; la siccità, con i conseguenti incendi, ha caratterizzato gli ultimi dodici mesi negli Stati Uniti, colpiti invece in questi ultimi giorni da tempeste e tornadi. E le previsioni non promettono nulla di buono visto e considerato che da più parti il 2016 viene considerato come un nuovo anno dei record.
D'altro canto, anche le inondazioni hanno fatto registrare primati infelici: la stessa India ha registrato le piogge più devastanti dell'ultimo secolo; due forti cicloni hanno colpito lo Yemen a novembre, causando inondazioni che non si vedevano da decenni, e così via.
ANSA/ATS/ads