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"Era una presenza scomoda"

Delitto di Garlasco, depositate le motivazioni della condanna di Alberto Stasi

  • 16 marzo 2015, 14:20
  • 7 giugno 2023, 06:12
Alberto Stasi durante l'ultimo processo

Alberto Stasi durante l'ultimo processo

  • ansa

Alberto Stasi uccise la fidanzata Chiara Poggi perché "era diventata una presenza scomoda, da eliminare per sempre dalla sua vita di ragazzo perbene". Lo si legge nelle 140 pagine di motivazioni della sentenza della Corte d'assise di appello di Milano, che in dicembre aveva condannato l'imputato a 16 anni di carcere per omicidio, al termine di un dibattimento svoltosi con rito abbreviato.

La dinamica dell'aggressione "evidenzia come la vittima non abbia avuto nemmeno il tempo di reagire", perché non solo conosceva l'assassino, ma lui era per lei "la persona con cui era in maggiore intimità". La 25enne si fidava e, rimasta del tutto inerme, venne massacrata "senza fatica e senza pietà".

Stasi, dopo il delitto (avvenuto a Garlasco, in provincia di Pavia, il 13 agosto del 2007), si comportò "come se nulla fosse: accese il computer, guardò immagini porno, scrisse la tesi". In seguito, "sviò le indagini" e si dipinse come la vittima di un caso giudiziario (venne assolto due volte, prima che la Cassazione ordinasse un nuovo processo). Ma la "sola vittima in questa storia è Chiara", scrive la corte.

pon/ANSA

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