Pugno di ferro in patria (con migliaia di arresti, giudici rimossi) e distensione nelle relazioni internazionali, almeno nei confronti di Russia e Israele. E' la strategia avviata dal leader turco Recep Tayyip Erdogan dopo il fallito (e maldestro) golpe ai suoi danni, durato lo spazio di una notte, tra venerdì e sabato.
Erdogan, infatti, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente russo Vladimir Putin nel quale i due hanno concordato di incontrarsi di persona "presto". Lo riferiscono le agenzie russe Interfax e Tass. I rapporti tra Mosca e Ankara si erano deteriorati dopo l'abbattimento a novembre di un jet militare russo al confine tra Siria e Turchia da parte di caccia turchi. La distensione è stata avviata a fine giugno da una lettera di scuse inviata da Erdogan a Putin.
Anche con Israele è stato concordato un processo di riconciliazione, "e noi supponiamo che esso proseguirà indipendentemente dagli ultimi eventi in quel Paese", ha detto oggi (domenica) il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Tel Aviv spera di concludere un accordo con la Turchia per la vendita di ingenti quantità di gas naturale dal giacimento Leviathan, nel Mediterraneo.
ATS/M.Ang.