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Fentanyl, la crisi annunciata

Un problema molto sentito sia negli Stati Uniti sia in Messico. Un’altra guerra alla droga sta fallendo, con conseguenze mortali

  • 8 aprile, 12:53
  • 8 aprile, 15:35
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Il Fentanyl tra Stati Uniti e Messico

RSI Info 08.04.2024, 12:53

Di: Laura Daverio  

È una crisi arrivata sugli schermi con film e serie quali “Do No Harm”, “Painkiller”, “Pain Hustlers - il business del dolore”. Non è però finzione, la trama spiega come a partire dalla fine degli anni ’90 negli Stati Uniti la casa farmaceutica Purdue Pharma sia riuscita a far approvare e promuovere sul mercato il famigerato Oxycontin, un oppioide che medici complici o ignoranti hanno prescritto in massa come antidolorifici. Alla fine del trattamento, però, i pazienti avevano già sviluppato dipendenza, cominciando così a cercare sostanze sostitutive, inclusa l’eroina.

I potenti cartelli della droga nel vicino Messico hanno visto una nuova occasione d’oro e hanno cominciato a tagliare l’eroina con una sostanza 50 volte più potente, economica da produrre, facile da trasportare, ma molto più pericolosa.

Si tratta del Fentanyl che non nasce come droga illegale, è infatti un medicinale usato principalmente da anestesiologi, in contesto ospedaliero o come cura palliativa per pazienti affetti da cancro.

I cartelli della droga importano i precursori dalla Cina, producono il Fentanyl nel territorio e lo esportano negli Stati Uniti lungo la frontiera tra i due Paesi, che storicamente non è mai riuscita a bloccare commerci illegali di merci o persone.

Solo nel 2023 ha causato la morte di 112’000 persone negli Stati Uniti e per questo la “lotta” al Fentanyl è diventata un argomento di primo piano nella relazione tra Messico e Stati Uniti, soprattutto in un anno di elezioni per entrambi.

Una “guerra” senza fine

Ma la guerra alla droga combattuta dai due Paesi in passato è una prova di fallimento che pesa su ogni decisione oggi. Lanciata nel 2016 con un enorme investimento di risorse ha avuto il risultato di arrestare narcos di rilievo, quali Joaquín Guzmán “El Chapo”. Ma per ogni boss che usciva di scena, altri hanno preso il posto, guadagnandosi il posto attraverso violente battaglie di successione. Si stima che tale “guerra” abbia causato almeno 350’000 morti e decine di migliaia di desaparecidos.

Fino a un anno fa, il presidente messicano Lopez Obrador ha rifiutato di ammettere che il Messico producesse Fentanyl, anche quando il suo stesso Dipartimento della difesa dichiarava il contrario. Il Messico continua a vedere il Fentanyl come un problema creato e vissuto dagli Stati Uniti, ma facendo così nega il fatto che ormai è entrato già nella catena dei consumatori messicani, soprattutto nelle città di frontiera, dove storicamente la tossicodipendenza è più prevalente.  

Ad oggi, dimostrare l’impegno ad abbattere la produzione del Fentanyl ha voluto dire principalmente mandare l’esercito a distruggere laboratori. Ma un’analisi delle centinaia già smantellati, quasi il 90% è risultato essere già inattivo. Non è chiaro se siano gli stessi cartelli a “sacrificare” luoghi di minore importanza, salvando quelli che permettono a questo commercio letale di continuare ad operare.

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Fentanyl: la situazione negli USA

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  • Keystone

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