Un’indagine intrapresa dopo la tragedia di Pylos, in cui lo scorso giugno persero la vita centinaia di migranti al largo delle coste greche, mostra che le attuali regole di Frontex non consentono all’agenzia europea di adempiere pienamente ai suoi obblighi in materia di diritti fondamentali.
È quanto ha dichiarato a Bruxelles la mediatrice europea Emily O’Reilly oggi, mercoledì. L’Agenzia UE per la guardia di frontiera e costiera, inoltre, dipende troppo dagli Stati membri dell’UE quando nel mare si trovano in difficoltà imbarcazioni con a bordo migranti.
Nelle circostanze legate all’affondamento del peschereccio sovraffollato, Frontex aveva presentato 4 offerte separate di assistenza alle autorità elleniche, per aiutarle fornendo sorveglianza aerea. L’agenzia, tuttavia, non ricevette alcuna risposta, ha sottolineato la mediatrice. E le norme in vigore implicano che a Frontex non fosse consentito intervenire per raggiungere l’imbarcazione, senza il permesso delle autorità greche.
RG 12.30 del 28.02.2024 - La corrispondenza da Bruxelles di Andrea Ostinelli
RSI Info 28.02.2024, 14:53
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O’Reilly chiede quindi una revisione delle norme UE in materia di ricerca e di soccorso in mare. La mediatrice ha anche evidenziato il fatto che Frontex non abbia direttive interne per l’invio di segnali di soccorso. “Dobbiamo chiederci perché un’imbarcazione così evidentemente bisognosa di aiuto non lo abbia mai ricevuto”, ha sottolineato, “nonostante un’agenzia dell’UE, le autorità di due Stati membri, la società civile e imbarcazioni private fossero a conoscenza della sua esistenza”.
Il naufragio al largo di Pylos, fra Grecia e Italia, sarà sempre ricordato come una delle più gravi tragedie della migrazione. Dopo svariate ore alla deriva, più di 600 migranti siriani, afghani ed egiziani finirono inghiottiti dal mare.