Sono ormai decenni che si discute sulla possibilità di esternalizzare il processo d’accoglienza dei richiedenti asilo, di delocalizzare lontano, all’estero, i migranti. Ad approvare una legge che dà il via libera a questa radicale riforma delle politiche migratorie è stato – in giugno - un Governo di centro-sinistra, quello danese, incurante della tempesta di critiche che lo ha investito.
Danimarca, la legge sulla migrazione fa discutere
Telegiornale 09.10.2021, 14:30
Sono le critiche di chi rimprovera a Copenaghen di tradire non solo la Convenzione sui rifugiati, ma anche il suo tradizionale spirito solidale. In realtà le nuove restrizioni non sorprendono. La Danimarca ancora non sembra aver superato lo shock della crisi migratoria del 2015, quando oltre 20'000 richiedenti asilo si erano presentati ai suoi confini.
Da allora, a prescindere dall’ispirazione dei governi che si sono succeduti, la strada intrapresa è stata la medesima, che ha come obiettivo dichiarato l'azzeramento dell’immigrazione. Considerata alla stregua “di una minaccia per la coesione sociale e il generoso welfare”, per usare le parole dell’attuale ministro per l’Immigrazione, Mattias Tesfaye, figlio – ironia della sorte – di un immigrato etiope.