Hunter Biden, figlio secondogenito del presidente statunitense, è nel mirino del Dipartimento di Giustizia, che oggi (martedì) lo ha incriminato con due capi d’accusa: il mancato pagamento dell’imposta federale sul reddito e la detenzione illegale di armi da fuoco.
Quasi nell’immediato momento in cui sono state presentate le accuse si è raggiunto un accordo tra le parti, scongiurando un lungo processo e la sua rispettiva risonanza mediatica.
La violazione dei doveri fiscali si risolverà con la dichiarazione di colpevolezza di Hunter Biden. Così anche l’accusa di possesso di armi da fuoco, che tuttavia tocca un capitolo scomodo per la famiglia presidenziale, risollevando il tema della dipendenza di sostanze di cui soffriva in figlio.
Nella fattispecie, il secondogenito deteneva nel 2018 una Colt Cobra 38, pur sapendo di essere un consumatore di droga. Questo negli USA può comportare fino a una pena massima di 10 anni di carcere. L’accordo pre-processuale – che dev’essere ancora approvato da un giudice federale – eviterebbe tuttavia tale eventualità.
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Telegiornale 14.06.2023, 12:30