Sviluppare una capacità di difesa credibile dell’Unione Europea ed evitare una guerra dei dazi con gli Stati Uniti: sono stati questi i due temi dominanti della riunione informale dei leader dei Ventisette Paesi membri dell’UE, incontratisi lunedì sera con il segretario generale della NATO Mark Rutte e con il premier del Regno Unito Keir Starmer a Bruxelles in un contesto che, con il cambio della guardia alla Casa Bianca, suscita inquietudini per le intenzioni di Donald Trump riguardo al commercio, alla Groenlandia e alla guerra in Ucraina.
La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha evocato piste per accrescere le capacità difensive dell’Unione, fra le quali le ipotesi di ricorrere al debito comune o di una maggiore elasticità nelle regole sui budget nazionali, che limitano il deficit annuo al 3% del PIL. Proposte che però sono lungi dal fare l’unanimità, in particolare fra gli Stati più frugali. Il compito inoltre è immane, perché servono - si stima - almeno 500 miliardi di euro in 10 anni, non facili da reperire nell’attuale contesto di tensioni sui conti pubblici.
Oltre a quanto spendere, resta poi da vedere dove, con il presidente francese Emmanuel Macron strenuo sostenitore del “comprare europeo”, per garantire maggiore indipendenza ma anche perché l’industria militare transalpina è una delle più sviluppate del continente e quindi ne approfitterebbe. Notoriamente, però, diversi Paesi membri (di NATO e UE) si rivolgono esclusivamente o quasi a fornitori statunitensi.
Continuare a guardare (anche) a quanto ha da offrire Washington - sostengono alcuni -potrebbe inoltre evitare di stuzzicare Donald Trump e di dargli un ulteriore motivo per imporre dazi. L’UE vuole evitare una guerra commerciale con gli Stati Uniti, ma se questa dovesse scoppiare von der Leyen assicura che i Ventisette “sono pronti a rispondere”.