Il leader dello Stato Islamico Abu Bakr al Baghdadi lancia la sfida in un messaggio audio diffuso oggi, lunedì: "Dopo aver preso Ramadi, libereremo anche Baghdad e Karbala". Ma è doppio giallo, sia sulle frasi attribuitegli, che sono già "passate" la settimana scorsa, sia sulla sorte del "Califfo" dopo le voci di un suo ferimento. Mentre milizie irachene sono pronte a riconquistare Ramadi.
La Casa Bianca e il Pentagono hanno liquidato la questione considerandola "una battuta d'arresto" per la coalizione, anche se la presa della città da parte dei jihadisti non è stata improvvisa: quasi tutta la parte abitata di Anbar è da tempo sotto controllo dell'IS, che da aprile ha intensificato la pressione sul centro urbano.
E ora proprio dagli USA arriva il nulla osta all'intervento di milizie di volontari contro l'IS a Ramadi e vista la gravità della situazione anche a quelle sciite alleate dell'Iran: proprio per questo il ministro della Difesa iraniano, Hussein Dehghan, è a Bagdad per discutere i dettagli dell'argomento. I primi scontri anti-IS sono già iniziati e se ne registrano nella zona di Sirte.
L'arrivo dei volontari sciiti rischia tuttavia di provocare nuove tensioni nella provincia di Al Anbar, a maggioranza sunnita, dov'è forte l'ostilità verso il governo centrale, accusato di fare gli interessi dell'Iran. Proprio questo scontento e' stato tra i fattori che hanno favorito l'avanzata dell'IS nel corso dell'anno scorso.
Ansa/px
Dal TG 20.00