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Identificati due attentatori

Inchiesta sull’attacco a Parigi: un francese e un siriano arrivato con i profughi – Vari fermi - Trovata un’altra auto

  • 15 novembre 2015, 10:36
  • 4 ottobre 2023, 17:30
Si cerca ogni possibile traccia utile

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  • Keystone

La pista sugli attentati di Parigi, passando dal Belgio dove vi sono stati diversi fermi, porta direttamente in Siria, il paese nel quale il 29enne francese Omar Ismaël Mostefaï è stato un paio d’anni fa e dal quale proveniva Ahmad Almuhammad il cui passaporto è stato trovato su uno dei kamikaze che, occorre rilevare, poteva anche avere con sé un documento rubato o venduto.

Sarebbero loro i primi due membri dei tre nuclei che hanno provocato le stragi di venerdì sera ad essere stati identificati nel corso di un’inchiesta che nelle ultime ore ha portato a diversi arresti in Belgio e in Francia dove, alla periferia della capitale (a Montreuil), è stata trovata una seconda auto (una Seat) usata dai terroristi.

Il 29enne è stato formalmente identificato dagli inquirenti francesi grazie a un frammento della sua mano trovato nella sala concerti Bataclan. Si tratta di un giovane originario dell’Essonne (non lontano da Parigi) e residente a Chartres. Era una delle tre persone che sono uscite dalla Polo nero noleggiata in Belgio. Nel suo passato ci diverse condanne per reati minori. Era schedato anche dall’antiterrorismo. Si sarebbe radicalizzato attorno al 2010 e nell’inverno 2013-2014 avrebbe soggiornato in Siria. Informazioni che gli inquirenti francesi tentano di verificare anche con i suoi familiari. Il padre, un fratello e altri quattro parenti del kamikaze sono stati fermati e perquisizioni sono state effettuate presso altri suoi conoscenti.

Secondo i media della regione di Chartres, Omar Ismaël Mostefaï sarebbe diventato seguace di un islamista radicale, un marocchino domiciliato in Belgio. E in Belgio era immatricolata la Polo nera dalla quale sono scesi i tre (o quattro?) attentatori del Bataclan. Varie perquisizioni hanno avuto luogo nella regione di Bruxelles, in particolare a Molenbeek dove vi sono stati vari fermi, tra cui quelli di tre uomini che venerdì sera con ogni probabilità erano a Parigi.

Lo jihadista arrivato con i profughi

Il nome del secondo attentatore identificato, il 25enne Ahmad Almuhammad, è stato anticipato dal giornale serbo Blic. Le autorità dei paesi che si trovano sulla rotta dei Balcani avevano registrato il suo passaporto un mese fa. Partito dalla Siria, era transitato in Grecia il 3 ottobre e quindi era passato per Macedonia e Serbia. Il 7 ottobre a Presevo aveva presentato una domanda d’asilo, ma il giorno dopo era già sulla via della Croazia dove è transitato dal centro per migranti di Opatovac.

Mistero sul numero degli attentatori

Intanto gli inquirenti francesi - che hanno ottenuto il sostegno dei servizi di polizia e di intelligence di mezzo mondo (gli USA manderanno una squadra dell’FBI specializzata anche nell’analizzare i dati dei cellulari) – cercano ancora di capire quanti erano i terroristi formanti i tre nuclei e quante persone li hanno aiutati nella loro missione venerdì sera.

Il procuratore François Molins

Il procuratore François Molins

  • KEYSTONE

Il procuratore di Parigi François Molins fa riferimento a sette attentatori. I sette che si sono fatti esplodere: allo Stade de France (tre), al Bataclan (tre) e in Boulevard Voltaire (uno). Dell’ottavo (quello inizialmente dato per ucciso dalle teste di cuoio nell’assalto alla sala spettacoli) le autorità francesi non parlano più. La rivendicazione dell’IS riferisce però di “otto fratelli con cinture esplosive e fucili d’assalto”. Altri sono probabilmente riusciti a fuggire. Un’ipotesi rafforzata dal ritrovamento di una seconda auto usata dagli estremisti che hanno portato la guerra asimmetrica dello Stato islamico a Parigi.

Diem

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