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Il Brasile e la dittatura

Conclusi i lavori della Commissione della verità sui crimini del regime militare; una storia anche svizzera

  • 10 dicembre 2014, 19:59
  • 30 agosto 2023, 23:57
Divisione armi e esplosivi

Divisione armi e esplosivi

  • rsi

Dopo quasi tre anni di lavori la Commissione della verità brasiliana ha consegnato alla presidente Dilma Roussef il dossier finale sui crimini della dittatura militare tra il 1964 e il 1985. Una relazione dettagliata che riassume il lavoro di ricostruzione dei fatti attraverso centinaia di testimonianze spontanee, interrogatori, indagini in archivi. Un lavoro parziale, come affermano gli stessi integranti della Commissione (ascolta l'audio) visto la mancata collaborazione delle Forze Armate .

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Il presidente della Commissione della verità di Rio, Wadih Damous

RSI Info 10.12.2014, 18:44

Nel dossier finale si citano 337 responsabili di torture, omicidi, sequestri di persona, ad iniziare dai generali del regime e presidenti de facto Castelo Branco, Medici, Geisel e Figuereido e si contabilizzano 434 vittime. Nel corso delle indagini sono stati visitati alcuni centri di tortura usati dai militari come il Dops, il dipartimento della polizia politica a Rio de Janeiro

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Dentro il DOPS, il centro di tortura della dittatura

RSI Info 10.12.2014, 17:33

Nei sopralluoghi hanno partecipato attivamente i sopravissuti, che hanno potuto raccontare la loro esperienza. La Commissione è stata voluta fortemente dalla presidente Dilma Roussef, che è stata imprigionata e torturata negli anni Settanta perché facente parte di un gruppo guerrigliero armato che si opponeva al regime.

01:13

Ana Miranda, ex prigionieria politica

RSI Info 10.12.2014, 18:45

Il dossier finale è importante dal punto di vista storico ma non ha un seguito giudiziario perché è ancora vigente in Brasile la legge d’amnistia che di fatto ha salvato i militari. Secondo alcuni giuristi, però, la norma non dovrebbe avere valore legale nel caso delle persone scomparse, i desaparecidos, perché il crimine continuerebbe fino ad oggi. Un’interpretazione respinta dai militari e dai partiti di destra, per i quali il passato più duro della recente storia brasiliana è da considerare chiuso per sempre, senza possibilità di iniziare dei processi come è stato fatto in Argentina, Uruguay o in Cile. Tra le diverse vicende legate alla dittatura ve n’è una che riguarda dirattamente la Svizzera, il sequestro nel 1970 a Rio de Janeiro dell’ambasciatore Giovanni Enrico Bucher, che fu liberato cinquanta giorni dopo a cambio di 70 guerriglieri. Una storia raccontata nel documentario “70”, uscito quest’anno in Brasile.

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Il trailer del film

RSI Info 10.12.2014, 17:49

Emiliano Guanella

Dal TG20

10.12.2014: La Commissione della verità in Brasile


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RG 08.00 del 11.12.2014 Il servizio di Emiliano Guanella

RSI Info 11.12.2014, 09:09

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