È tempo di carnevale anche in Sudamerica, un modo, ormai, per dimenticare crisi politiche ed economiche, catastrofi naturali, carneficine causate dai narcos. In Brasile la festa è già iniziata in strada e muove milioni di persone con un giro d’affari enorme. Anche in Uruguay il carnevale è molto importante e nelle sfilate che danno il via alle celebrazioni ufficiali si ricorda la storia degli schiavi portati dall’Africa sulle sponde del Rio della Plata.
Il vero carnevale brasiliano è per strada, dalla mattina al tramonto e inizia molto prima dell’inaugurazione ufficiale. È gigante, con sfilate spontanee od organizzate che possono richiamare anche centinaia di migliaia di persone. Irriverente, sensuale, festoso senza limiti né censure. A Rio de Janeiro si canta e si balla sotto un calore da 40 gradi e poco importa se quest’anno il numero di turisti in arrivo della città carioca è minore rispetto a quelli della rivale di sempre San Paolo. Grande incontro collettivo nazionale, il più atteso dell’anno.
Una festa e anche una gigantesca macchina commerciale, perché per più di un mese muove un giro d’affari enorme, dal turismo, ai costumi alla vendita enorme di bevande alcoliche. Democratico per antonomasia, ognuno ci mette dentro i contenuti, anche politici, che vuole.
Anche nel vicino Uruguay è tempo di carnevale, che dura ancora di più: quasi tre mesi. Al ritmo del candomblé, segnato dal battito incessante dei tamburi, la sfilata delle llamadas viene dai tempi della colonia e richiama la lotta degli schiavi africani per la loro liberazione.