Il Venezuela in crisi

Una grave crisi economica, con scarsezza di alimenti e problemi di approvvigionamento nelle grandi città, una tensione sociale e politica destinata a crescere ancora di più: il Venezuela entra virtualmente nella lunga campagna elettorale per le parlamentari di fine anno in un clima di profonda incertezza.

Il Governo di Nicolas Maduro, successore del defunto Hugo Chavez ma con meno carisma e meno seguito popolare, affronta un’opposizione agguerrita che punta al voto, fissato per il 6 dicembre, come un’occasione unica per strappare la maggioranza in Parlamento ed iniziare così un lento cammino verso un cambio di governo; una delle possibilità al vaglio potrebbe essere quella di chiedere, come prevede la costituzione, un referendum revocatorio alla metà del mandato di Maduro, nel 2016.

Alcuni dirigenti del fronte oppositore, tuttavia, non potranno partecipare alle elezioni perché si trovano in carcere accusati di essere golpisti e cospiratori. Per diversi organismi internazionali sono dei detenuti politici di un Governo ormai assediato da problemi e malcontento popolare.

Il più celebre è Leopoldo Lopez, ex sindaco del sobborgo residenziale di Caracas del Chacao, arrestato dopo una manifestazione nell’aprile del 2014.

Lopez si trova nel carcere militare di Ramos Verdes, considerato un penitenziario di massima sicurezza. Sebbene siano pochi i suoi contatti con l’esterno, è riuscito in questo tempo a rivolgersi ai suoi sostenitori. Per qualche settimana ha portato avanti uno sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione e esigere elezioni libere e trasparenti. Nell’ultimo video diffuso in questi giorni, lo si vede arrampicarsi sulla finestra della sua cella per conversare alla distanza con un altro detenuto e incitare i suoi alla lotta. Pochi secondi che lo hanno di nuovo catapultato nelle case dei venezuelani in un momento particolarmente complicato per il paese

La base fedele a Nicolas Maduro sembra, stando agli ultimi sondaggi, calata rispetto a quella che seguiva tradizionalmente Hugo Chavez. La crisi economica si fa sentire soprattutto nei quartieri umili delle grandi città e nelle zone rurali, tradizionale bastioni del chavismo. Con Lopez in carcere, a guidare l’opposizione è attualmente Henrique Capriles, che nelle elezioni del 2013 arrivò ad un soffio dalla presidenza.

I diversi partiti che formano la MUD (Tavolo dell’unità democratico) sono spesso in disaccordo fra loro, anche se hanno imparato nel corso degli anni ad unirsi in occasione delle elezioni per non disperdere consensi, come spiega Alex Vasquez Santander, del quotidiano “El Nacional”, nell'intervista qui sotto.

L’ultima crisi che affronta il governo riguarda lo Stato del Tachira, confinante con la Colombia, dove ci sono stati scontri tra l’esercito e bande di contrabbandieri. Maduro ha deciso la chiusura temporanea di parte della frontiera, provocando lunghe file di camion con alimenti colombiani destinati al mercato venezuelano. Una misura provvisoria che non è piaciuta a Bogota e che potrebbe estendersi anche nei prossimi mesi, sebbene gli analisti la considerino particolarmente pericolosa data la dipendenza dell’economia venezuelana dall’importazione di prodotti dai paesi vicini.

Emiliano Guanella