Un accordo, quello raggiunto lunedì fra il partito di centro-destra (CDU) e di quello conservatore (CSU) in Germania, che non mette d'accordo tutti, anzi. Oltre al malumore espresso dal Governo austriaco, anche i socialdemocratici della SPD (altro partner della "Grosse Koalition") hanno deciso di esaminare nel dettaglio l'intesa che riguarda i migranti secondari, ovvero quelli giunti sul suolo tedesco ma già registrati in un altro paese europeo.
Il compromesso trovato da Angela Merkel e Horst Seehofer, in particolare, prevede l'istituzione di centri di transito lungo il confine fra la Germania e l'Austria. Una sorta di campi di raccolta recintati e considerati, da un punto di vista giuridico, come zone extraterritoriali. I profughi già registrati in altri paesi verranno direttamente accompagnati in questi centri da dove potranno poi essere respinti più celermente. Nei primi sei mesi di quest'anno i migranti di questa tipologia approdati in Germania sono stati 18'000.
Si può parlare di vera svolta nella politica migratoria tedesca? - Il parere dell'esperto
L'accordo per Gian Enrico Rusconi, editorialista e docente di scienze politiche all'Università di Torino, non risolve il nocciolo della questione: "Hanno una gran voglia di fare la svolta, ma in realtà hanno scaricato la responsabilità sugli austriaci. La Merkel però col suo solito stile riesce a nascondere che in fondo ha ceduto, riuscendo a evitare una crisi generale".
RG/ATS/CaL