L'offensiva della comunità internazionale si è intensificata martedì, nel tentativo di fermare il bombardamento di Gaza da parte dell'esercito israeliano e gli attacchi missilistici palestinesi su Israele, senza alcun segno di tregua dopo una settimana di escalation del conflitto. Intanto, lunedì sera, sei razzi sono stati lanciati dal Libano verso Israele, senza riuscire a raggiungerlo. E mentre a Gaza è stato ucciso il capo dello Jihad, Abu Harbeed, considerato il responsabile di uno dei primi attacchi verso lo Stato ebraico, il movimento politico e paramilitare palestinese Hamas si è detto pronto a colpire Tel Aviv. Il capo di stato maggiore USA, Mark Milley, ha avvertito che il conflitto tra Israele e Hamas sta creando instabilità nella regione, anche al di là di Gaza.
Il conflitto più sanguinoso dall'estate del 2014
Dall'inizio di questo nuovo ciclo di violenza tra Stato ebraico e gruppi palestinesi nella Striscia di Gaza (il 10 maggio), almeno 221 persone, per lo più palestinesi, sono state uccise, tra cui almeno 61 bambini (più di 1'400 sono stati feriti), secondo un rapporto palestinese. Da parte israeliana, 10 persone sono state uccise, tra cui un bambino, e 294 sono state ferite dopo il lancio di razzi.
Il rischio di una crisi umanitaria
Nella notte, i raid sono continuati sull'enclave palestinese: poco dopo la mezzanotte, i caccia israeliani hanno lanciato diversi missili su edifici di Gaza City e le esplosioni hanno incendiato il cielo dell'enclave costiera. Oltre alla crisi di sicurezza, c'è il rischio di una crisi umanitaria, con quasi 40'000 palestinesi sfollati e 2'500 persone che hanno perso le case sotto i bombardamenti.
L'atteggiamento statunitense
Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU si riunirà martedì per una quarta sessione d'emergenza, mentre gli Stati Uniti si rifiutano ancora di adottare una dichiarazione che chieda "la fine della violenza". Il presidente USA Joe Biden, accusato dal suo campo di mancanza di fermezza verso Israele, ha espresso il suo sostegno per un "cessate il fuoco" lunedì al premier israeliano Benjamin Netanyahu, rimasto però sordo all'appello. "La nostra linea è di continuare a colpire gli obiettivi terroristici", ha insistito Netanyahu.
La genesi del conflitto
Il nuovo conflitto è scoppiato il 10 maggio con una raffica di razzi di Hamas verso Israele in "solidarietà" con centinaia di manifestanti palestinesi feriti in scontri con la polizia israeliana sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme Est. La violenza è stata scatenata dalla minaccia di sfratto delle famiglie palestinesi da parte dei coloni israeliani in questa zona palestinese, occupata da Israele da più di 50 anni.
Antisemitismo in Germania
Telegiornale 18.05.2021, 14:30