L'intensificarsi dell'offensiva del regime siriano per riconquistare la provincia ribelle della Ghuta suscita grandi paure nella popolazione civile, e non solo, per le condizioni umanitarie che rischiano di diventare ancora più catastrofiche. Anna Valenti ha raccolto telefonicamente la testimonianza di Mohammad Abdlrahamn a Duma, la principale città della zona e gli ha chiesto qual è la situazione:
Il regime cerca di indebolire la ribellione della Ghuta orientale, per questo ha diviso la provincia in tre; per noi questo significa che non avremo più a disposizione le poche aree coltivabili che avevamo a disposizione per sopravvivere finora. Il regime infatti serra ulteriormente i ranghi e impedirà agli aiuti di entrare. Da oggi dunque, le cose saranno ancora più difficili per la popolazione civile.
Mentre la intervisto sento il suono dei bombardamenti. Dove si trova ora? È nascosto in un posto sicuro?
Ora abito dai miei genitori in un palazzo, stiamo al secondo piano. Fino a due settimane fa vivevamo in una casa vicina al fronte, poi ho portato mia moglie e i miei due figli dai miei. Abitiamo al secondo piano, l'edificio è già stato colpito e temiamo di essere colpiti nuovamente. E non è difficile che ciò avvenga. I droni non lasciano mai i cieli della Ghuta. Solo ieri 54 persone qui a Duma hanno perso la vita, 11 miei cugini sono morti.
Mohammad lei è un reporter, nelle ultime ore lei ha lanciato un forte appello alla comunità internazionale
Io lavoro perché il mondo conosca la verità. Lavoro per una catena televisiva Orient news, faccio di tutto, news, reportage, racconto dei massacri commessi dal regime, affinché il mondo conosca la verità. Oggi il regime e i russi stanno usando tutti i mezzi per far cadere la Ghuta. I media diffondono tutto ciò che sta accedendo, ma nessuno reagisce, nessuno fa nulla per cambiare le cose.
Ho paura dei giorni che verranno, paura che il regime entri con i soldati nelle zone civili, perché se ciò avverrà, arresteranno gli insorti, commetterà dei massacri contro gli oppositori del regime. Temo che se entreranno, mi arresteranno o che mi faranno sparire o addirittura mi assasineranno. Mi spaventa il mondo che resta in silenzio, spettatore senza reagire, senza fare nulla per la gente, le donne i bambini e vecchi…Con i miei video imploro la comunità internazionale. Noi siamo delle persone come voi, abbiamo dei bambini vorremmo che andarssero a scuola senza paura che vengano colpiti, che si ritrovino senza un braccio o una mano…qui alla Ghuta è davvero l’inferno sulla terra.
Anna Valenti