I cittadini ungheresi sono chiamati alle urne domenica per dare il loro accordo al piano europeo per la ricollocazione dei richiedenti asilo deciso dall’Unione Europea. Il referendum è stato promosso dal Governo conservatore del premier Viktor Orban, risolutamente contrario ai piani di Bruxelles e fautore dei respingimenti alle frontiere esterne, in nome della “difesa dell’Europa cristiana”.
Il Governo - che lo scorso anno ha sigillato il confine con la Serbia con reti metalliche e barriere di filo spinato - si è impegnato in una massiccia e costosa campagna a favore del no. L’esito della consultazione è scontato, non invece il raggiungimento della soglia minima del 50% affinché la consultazione abbia effetto vincolante.
Ungheria al voto - La bandiera davanti al Parlamento
Una mossa in vista delle elezioni del prossimo anno
Il referendum è soprattutto il gesto politico di un leader, il carismatico e controverso Viktor Orban, che vuole mantenere alta la propria legittimità e quella del suo partito Fidesz, in previsione delle elezioni del prossimo anno. Ma Orban ha anche progetti più ambiziosi: insieme ad altri movimenti ideologicamente vicini, in altri paesi soprattutto ad Est, vuole dare vita ad una "rivoluzione illiberale”.
Pochi anni fa quasi nessuno fuori dall’Ungheria avrebbe saputo indicare il nome del premier ungherese. Oggi Viktor Orban è il punto di riferimento delle destre anti-immigrazione di quasi tutta l’Europa.
Tomas Miglierina