Manifestazioni e scontri

Il ricordo di Mahsa un anno dopo

Nella capitale iraniana, tra spari e arresti, il regime cerca di frenare la commemorazione - In Svizzera, a Basilea, richieste sanzioni contro gli ayatollah

  • 16 settembre 2023, 15:19
  • 26 dicembre 2023, 17:45
270912295_highres.jpg

Nella capitale iraniana Teheran una giornata di tensioni

  • Archivio Keystone
Di: ATS/Spi 

È un sabato di grandi tensioni in Iran, dove esattamente un anno fa, il 16 settembre 2022, moriva a Teheran la giovane Mahsa Amini, dopo essere stata arrestata nella capitale per non aver indossato il velo islamico in modo corretto. I quattro mesi di scontri che ne seguirono sembrano rivivere in questa giornata di commemorazioni, scioperi e proteste contro il regime degli ayatollah.

Proprio a Teheran, le forze di sicurezza hanno sparato contro alcune persone che stavano manifestando. Alcuni attivisti sono stati arrestati, nei pressi dell’Università e di piazza Azadi. Gli agenti hanno impedito l’accesso ai cimiteri dove sono sepolti I manifestanti uccisi negli scontri durante le dimostrazioni dello scorso anno.

La tomba di Nina vandalizzata

Proprio la tomba di Nina Shakarami, una 16enne morta durante le proteste dello scorso anno, uccisa secondo i familiari dagli stessi agenti, suicidatasi secondo le autorità, sarebbe stata profanata dalle forze di sicurezza iraniane. “Hanno danneggiato la tomba, colpito gli alberi circostanti e deturpato il luogo commemorativo con vernice nera. Inoltre, hanno bloccato tutte le strade che portano al cimitero”, ha affermato l’attivista Barbad Golshiri, citato dal portale dei dissidenti ‘IranWire’.

Anche l’accesso alla tomba di Mahsa Amini, nella città di Saqqez nel Kurdistan iraniano, è bloccato da ieri dalle forze di sicurezza. Lo stesso padre, Amjad Amini, è stato brevemente fermato sabato mattina, mentre usciva di casa. L’uomo è poi stato rilasciato dopo esser stato messo in guardia dalle forze di sicurezza dal partecipare a cerimonie commemorative in onore della figlia.

Gli scioperi e il rumore dei clacson

A seguito di un appello lanciato da vari partiti politici e attivisti curdi, molti negozi hanno tenuto chiuso a Baneh, Kamyaran, Divandarreh, Sanandaj e Saqqez, la città di cui Mahsa era originaria. Lo fa sapere la ONG, con sede in Norvegia, “Hengaw” pubblicando video in cui si vedono negozi chiusi.

In alcuni quartieri di Baneh, i cittadini hanno protestato creando ingorghi stradali, facendo rumore con il clacson dalle proprie auto e gridando slogan contro la Repubblica islamica

583403815_highres.jpg

A Basilea i manifestanti ricordano Masha e le altre vittime del regime iraniano

  • Keystone
Anche a Basilea manifestano in centinaia

Diverse centinaia di persone sono scese in strada sabato a Basilea per ricordare l’icona della protesta iraniana Mahsa Amini. La manifestazione nazionale è stata organizzata dal gruppo “Free Iran Switzerland”.

Il corteo è partito dall’Elisabethenanlage, nei pressi della stazione, per poi spostarsi verso la caserma. Tra i manifestanti c’erano quasi esclusivamente iraniani in esilio e rappresentanti della comunità curda, ha constatato un giornalista di Keystone-ATS presente sul posto. Un contingente di polizia ha accompagnato i manifestanti.

I manifestanti hanno chiesto alla Svizzera di cambiare la sua politica nei confronti dell’Iran. Hanno richiesto, ad esempio, che la Svizzera adotti le sanzioni dell’UE contro l’Iran e che il denaro appartenente ai membri del regime venga congelato. Un’analoga manifestazione è annunciata nel pomeriggio anche a Lucerna.

01:57

Intervista a un rifugiato iraniano

Telegiornale 16.09.2023, 12:42

Correlati

Ti potrebbe interessare