A Hong Kong l'allerta legata all'epidemia di coronavirus non fa che innestarsi nel clima di tensione che, ormai da svariati mesi, divide il territorio semiautonomo dai poteri centrali di Pechino. Prosegue intanto lo sciopero degli ospedali, indetto ieri, lunedì, per chiedere la chiusura dei passaggi di transito verso la Cina continentale e ridurre così i rischi di propagazione del virus. Ma proprio oggi, la località registra un primo decesso imputato all'epidemia: si tratta di un paziente 39enne, stando a quanto riportato dai media locali.
L'agitazione nei nosocomi è stata qualificata come un "atto irrazionale" da Carrie Lam, capo dell'Esecutivo del territorio semiautonomo. La stessa governatrice ha tuttavia disposto la chiusura di tutti i punti di transito a eccezione di due: il primo collega Hong Kong alla metropoli di Shenzen; il secondo alle città di Zhuhai e Macao.
Nella popolazione è sempre vivida la memoria dell'impatto dell'epidemia di SARS, che nel 2003 uccise nel territorio quasi 300 persone. Pechino, all'epoca, aveva ritardato a lanciare l'allarme.
Intanto, secondo le autorità ospedaliere, circa 4'000 effettivi del personale sanitario sono oggi assenti dal lavoro: fra questi, almeno 360 medici e 2'500 infermieri.
AFP/ARi