Più di 1’000 persone sono morte in Myanmar a seguito del terremoto di magnitudo 7,7 che ha colpito il centro del Paese; lo ha dichiarato sabato la giunta al potere. Il terremoto di venerdì ha ucciso infatti 1’002 persone e ne ha ferite altre 2’376, hanno dichiarato le autorità, che hanno lanciato un appello alla comunità internazionale per chiedere aiuto.
Le autorità militari hanno dichiarato lo stato di emergenza in sei delle regioni colpite e hanno lanciato un appello agli aiuti internazionali, una misura eccezionale data l’entità dei danni umani e materiali. Sabato i soccorritori hanno intensificato gli sforzi per rimuovere le macerie dagli edifici distrutti alla ricerca di sopravvissuti. Le scosse sono state avvertite in Cina, India, Cambogia, Laos e Thailandia.
Secondo i sismologi Judith Hubbard e Kyle Bradley, l’epicentro del terremoto è stato localizzato sulla faglia di Sagaing, che corre in linea retta dal nord della Birmania alla costa meridionale. Questa faglia “è stata a lungo considerata una delle faglie di scorrimento più pericolose al mondo” a causa della sua vicinanza alle principali città di Rangoon, Mandalay e della capitale Naypyidaw, scrivono in una nota di analisi.
I quattro anni di guerra civile, innescati da un colpo di Stato militare, hanno inoltre decimato il sistema ospedaliero e isolato il Paese dal resto del mondo, facendo temere una grave crisi umanitaria.
In Thailandia, circa dieci persone sarebbero morte a Bangkok, la maggior parte delle quali nel crollo di un grattacielo in costruzione. Quasi un centinaio di lavoratori sono ancora intrappolati tra le macerie dell’edificio, situato vicino al popolare mercato di Chatuchak. Le operazioni di soccorso sono proseguite per tutta la notte, ma restano complicate dall’instabilità delle macerie.