Profughi, guerre, accoglienza. Questa nuova guerra apre tutti i varchi che un conflitto armato provoca. E se i nostri sguardi sono evidentemente, naturalmente fissi sull'Ucraina, intorno ci sono altre guerre e altre fughe.
Nel Porto delle Grazie, a Roccella Jonica, sulle coste calabresi, una decina di barconi sotto sequestro testimoniano un'ondata migratoria senza precedenti. In un solo anno ci sono stati 53 sbarchi (49 in porto e 4 spiaggiamenti); c'erano a bordo 5'300 persone. È quasi il numero dei suoi abitanti e più di 4 volte il numero di arrivi degli anni precedenti. Sono in fuga dalla Siria, dall'Afghanistan, ma anche dall'Iraq o dall'Egitto. Lo scorso autunno qui c'erano tutti; è arrivato persino un corrispondente del quotidiano britannico Times perché era stata definita la nuova Lampedusa.
Un'imbarcazione sottoposta a sequestro
Oggi sono rimaste solo le telecamere di una piccola televisione locale, ma da inizio anno ci sono già stati 4 sbarchi. Solo martedì sono state tratte in salvo 169 persone. Sul peschereccio c'erano molte donne e bambini, giovani uomini, minori non accompagnati.
"A vederlo da fuori può sembrare l'ennesimo sbarco, ma viverlo è tutta un'altra cosa". Nel contributo audio sentirete la voce di Francesco, che ha cominicato a lavorare al porto a fianco della Croce Rossa e della Protezione Civile come operatore del Servizio Civile e non se n'è più andato. E poi sentirete la voce di Concetta Giuffré, che è la presidente della sezione ''Costa dei Gelsomini" della Croce Rossa Italiana. "Questo è l'unico porto dove la capitaneria con la prefettura risponde agli SOS lanciati dai barconi e garantisce il loro recupero e il loro trasferimento. Riteniamo che i migranti lo riconoscano come un luogo sicuro".