Sono complessivamente nove, compresi i tre interisti già in carcere, gli indagati per gli scontri di mercoledì sera a Milano prima della partita Inter-Napoli. Per tutti l'accusa è di rissa aggravata e lesioni ai danni dei tifosi napoletani accoltellati (il più grave al fianco ma non sarebbe in pericolo). Si indaga intanto per identificare il guidatore del SUV che ha investito e ucciso un ultras interista. L'uomo, un 39enne del Varesotto, aveva una ditta in Ticino. Dal registro cantonale di commercio figura socio di un'azienda di pavimenti di Contone.
L’inchiesta ha intanto permesso di stabilire che l’attacco contro i veicoli che trasportavano i tifosi partenopei, avvenuto a un paio di chilometri dallo stadio di San Siro, è stato un vero e proprio agguato. Il questore di Milano Marcello Cardona ha definito quanto accaduto "un'azione squadrista che è stata compiuta in modo ignobile": oltre cento ultras hanno infatti aggredito i partenopei con bastoni, spranghe, roncole e coltelli.
Intanto il giudice sportivo ha sanzionato l'Inter con due gare a porte chiuse più una terza con l'ingresso vietato ai soli tifosi della curva, in seguito ai "cori di matrice razziale e territoriale nella gara col Napoli" contro il giocatore Kalidou Koulibaliy (squalificato a sua volta per due giornate dopo la sua espulsione). Il questore Cardona ha del resto asserito che chiederà "il blocco delle trasferte dell'Inter e la chiusura della curva interista fino a marzo".