Un migliaio di arresti e almeno due morti fra cui un agente (ma secondo voci non confermate sarebbero di più): è il bilancio di due giorni di violente proteste a Teheran e in altre città iraniane. La gente ha diritto di protestare, ma non si può tollerare l'insicurezza, ha dichiarato il presidente Hassan Rohani. Secondo l'agenzia ISNA la situazione è tornata alla normalità, cosa difficile da verificare visto che le autorità hanno imposto il blocco di internet, accusando lunedì gli Stati Uniti di sostenere la sommossa. Washington aveva criticato l'uso della forza contro i manifestanti e su Twitter il segretario di Stato Mike Pompeo aveva dichiarato il suo sostegno "al popolo iraniano".
A innescare le contestazioni è stato un aumento del prezzo della benzina, del 50% per i primi 60 litri acquistati ogni mese e del 300% per il resto, una misura i cui proventi sono destinati a sostenere i 60 milioni di abitanti più poveri (su una popolazione di 83 milioni). Dopo il ritiro statunitense dall'accordo sul nucleare e la reintroduzione di pesanti sanzioni, l'economia del paese è in grande difficoltà: si prevede per il 2019 un calo del PIL del 9,5%, dopo una flessione del 4,8% nel 2018. Il crollo del rial rispetto alle altre valute ha determinato un'inflazione che dati ufficiali stimano al 40%.
Iran, bilancio delle proteste
Telegiornale 18.11.2019, 21:00