Gravissime e sistematiche violazioni dei diritti umani sono state compiute dalle milizie del cosiddetto “Stato islamico” contro i civili delle minoranze nel nord dell’Iraq. Lo dichiara al Radiogiornale Marzio Babille, pediatra, responsabile UNICEF in Iraq.
“La brutalità dell’ offensiva jihadista ha lasciato segni perenni: queste persone sono fuggite da un orrore senza precedenti”, afferma Babille, raggiunto al telefono ad Erbil, nel Kurdistan iracheno.
In quella regione, spiega, al momento si contano in totale 1,3 milioni tra profughi e sfollati. “Il livello di violenza contro i civili e contro la famiglia è uno dei più gravi cui si possa assistere nel mondo di oggi”. Una crisi in cui l’Unicef ha documentato anche un particolare “accanimento contro i bambini”, accanto a esecuzioni sommarie di uomini e rapimenti di donne.
Se l’ONU non riuscirà a proteggere diritti umani delle minoranze – dice alla RSI il capomissione UNICEF in Iraq – le Nazioni Unite avranno certamente una macchia”. Questo, afferma con convinzione, “non non può succedere, deve succedere, in particolare per i bambini”.
RG delle 12.30 del 27/08/2014 L'intervista
RSI Info 27.08.2014, 17:24
Emiliano Bos