Il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, giovedì sera dopo aver sentito i presidenti dei due rami del Parlamento ha siglato il decreto di scioglimento del Senato e della Camera dei Deputati.
L'atto è stato controfirmato dal primo ministro, Paolo Gentiloni che mantiene la pienezza dei propri poteri "per il disbrigo degli affari correnti" anche dopo il voto, fissato per il 4 marzo 2018, fino a quando non sarà nominato un nuovo Esecutivo.
I parlamentari restano operativi per l'ordinaria amministrazione, ma le loro attività d'aula e delle varie commissioni ministeriali resta sostanzialmente congelata. I politici, soprattutto quelli della corrente di centro destra, hanno espresso soddisfazione per la consultazione elettorale e per lo "scioglimento delle camere che non era così scontato", come hanno detto diversi esponenti politici.
Gli italiani si troveranno a votare con il sistema elettorale definito "Rosatellum". Secondo un calcolo sommario, con questa legge, alla coalizione o alla lista vincente servirebbe il 42% circa dei voti per ottenere una maggioranza assoluta. Da qui la possibilità che il partito o la coalizione vincente non abbia i "numeri" per fare un governo in autonomia, possibilità che i partiti italiani di ogni schieramento hanno già messo in conto.
ATS/sdr
RG 18.30 del 28.12.2017 - La corrispondenza in diretta da Roma di Alessandro Braga
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