L'Italia è il primo paese nell'Unione Europea ad introdurre la cosiddetta "Web tax"
sulla quale a Bruxelles si discute da diversi mesi, senza tuttavia essere arrivati ad una soluzione congiunta e definitiva.
La novità è contenuta in un emendamento alla legge di stabilità approvato dalla commissione Bilancio della Camera, con il tacito assenso del Governo. La nuova imposta prevede che i giganti del Web, da Google ad Amazon per citarne solo due, dovranno avere la partita Iva italiana per dichiarare allo Stato i volumi di vendita realizzati nella vicina Repubblica. Ricavati che oggi vengono fatturati in altri paesi con regimi fiscali agevolati.
La difficile situazione economica italiana sta costringendo l’Esecutivo a prendere decisioni impopolari che potrebbero non piacere proprio alle grandi multinazionali rimaste in grado di dare lavoro a non pochi italiani.
Difficile capire ora quale sarà la reazione dei grandi colossi della vendita online ma l’emendamento ha già sollevato qualche dubbio in alcuni deputati, timorosi che tale balzello possa andare in contrasto con le normative europee visto che il dossier a Bruxelles non è stato ancora affrontato.
ANSA/Red.MM/sdr