Il giornalista dissidente Jamal Khashoggi è stato avvelenato con una dose letale di droga e il suo corpo è stato poi smembrato e portato fuori dal consolato saudita di Istanbul. Lo ha detto giovedì il procuratore capo di Riad Saud Al Mojeb.
A ordinarne l'uccisione, secondo quanto dichiarato da Al Mojeb, è stato il capo del team inviato a Istanbul per rimpatriare con la forza il giornalista in Arabia Saudita. Sono cinque le persone incriminate e la procura ha intenzione di chiedere per loro la pena di morte.
Il cadavere, scrive poi al Arabiya, "è stato consegnato a un agente di sicurezza turco fuori dalla sede consolare". Riad ha diramato ad Ankara "un ritratto segnaletico dell'agente turco" che avrebbe ricevuto fuori dal consolato il contenitore con il corpo smembrato.
Il più alto ufficiale in grado nel team omicida, e quindi quello che in ultima istanza avrebbe deciso l'uccisione del reporter, era il numero due dell'intelligence e un fedelissimo del principe ereditario Mohammed bin Salman, Ahmad al Asiri, che è stato già rimosso dalle sue funzioni, ha spiegato il procuratore saudita.
La procura ha anche confermato la notizia della sospensione di Saud al Qahtani, ex responsabile della comunicazione di bin Salman, che è indagato e sottoposto a divieto di espatrio.
RG 18.30 del 15.11.18 - Il servizio di Andrea Ostinelli
RSI Info 15.11.2018, 19:19
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Caso Khashoggi, 5 condanne a morte
Telegiornale 15.11.2018, 21:00