Da oggi, martedì, l’Alta Corte britannica esaminerà l’ultimo appello di Julian Assange contro la sua estradizione negli Stati Uniti. I suoi avvocati hanno così l’ultima opportunità legale nel Regno Unito per impedire che il fondatore di WikiLeaks sia mandato in America dove dovrà affrontare accuse di spionaggio. Va ricordato che il 52enne lotta contro la procedura d’estradizione da più di dieci anni, sette dei quali in autoesilio nell’ambasciata ecuadoriana a Londra, e gli ultimi cinque in un carcere di massima sicurezza britannico.
Assange non sarà però presente in tribunale. Lo ha dichiarato uno dei suoi legali. “Non si sente bene oggi, non è presente”, ha dichiarato l’avvocato di Assange, Edward Fitzgerald, senza fornire ulteriori dettagli, all’inizio dell’udienza determinante per il futuro del giornalista.
Non è la prima volta che l’attivista non partecipa a una udienza: era già accaduto in passato, e Assange aveva preferito l’opzione del videocollegamento dalla cella, a causa di una condizione di salute certificata a più riprese come precaria da medici terzi e delegazioni di organizzazioni internazionali e che risulta riflessa da tempo nell’aspetto di invecchiamento precoce emerso dalle poche sue immagini rese pubbliche.
Nel frattempo decine di sostenitori con in mano cartelli “Julian Assange libero” e al grido di “c’è solo una decisione - no all’estradizione” hanno protestato rumorosamente davanti all’Alta Corte di Londra, dove gli avvocati di Assange chiederanno a due magistrati di concedere una nuova udienza d’appello, ultima possibilità di trovare una scappatoia legale in Gran Bretagna.
Processo d'appello per Julian Assange
Telegiornale 20.02.2024, 12:30
Se i giudici si pronunceranno negativamente, egli potrà chiedere alla Corte europea dei diritti dell’uomo di bloccare la sua estradizione, anche se i sostenitori temono che possa essere messo su un aereo per gli Stati Uniti prima che ciò accada. I suoi supporter hanno in programma di manifestare all’esterno dell’edificio neogotico del tribunale tutti i giorni e marciare verso l’ufficio del Primo Ministro Rishi Sunak a Downing Street al termine dell’udienza.
I giudici Victoria Sharp e Jeremy Johnson potrebbero emettere un verdetto alla fine dei due giorni di udienza, mercoledì, ma è più probabile che si prendano diverse settimane per valutare la loro decisione. “Questa udienza segna l’inizio della fine del caso di estradizione, poiché qualsiasi motivazione respinta da questi giudici non può essere ulteriormente appellata nel Regno Unito, portando Assange pericolosamente vicino all’estradizione”, ha dichiarato il gruppo per la libertà di stampa Reporter senza frontiere.
Assange, cittadino australiano, è stato incriminato per 17 accuse di spionaggio e una per l’uso improprio di computer per la pubblicazione sul suo sito web di documenti riservati degli Stati Uniti. I procuratori statunitensi sostengono che avrebbe aiutato l’analista dei servizi segreti dell’esercito americano Chelsea Manning a rubare dati diplomatici e file militari che WikiLeaks ha poi pubblicato, mettendo in pericolo, secondo le autorità, vite umane.
Per i suoi sostenitori Julian Assange è invece un giornalista che ha fatto piazza pulita della segretezza, denunciando le malefatte dell’esercito americano in Iraq e in Afghanistan e ha diritto alle tutele del Primo Emendamento (il quale garantisce libertà di culto, parola e stampa, di riunirsi pacificamente e di appellarsi al governo per la riparazione dei torti). Sostengono che l’accusa è motivata politicamente e che non potrà mai avere un processo equo negli Stati Uniti.
Stella Assange: “La vita di Julian a rischio ogni giorno”
Sua moglie Stella Assange - un’avvocatessa che ha sposato in carcere nel 2022 - afferma che la sua salute è peggiorata negli anni di detenzione. “Il suo stato di salute va sempre peggio, mentalmente e fisicamente. La sua vita è a rischio ogni giorno che rimane in prigione e se sarà estradato morirà”, ha dichiarato la settimana scorsa ai giornalisti.
La testimonianza di Stella Assange
Telegiornale 20.02.2024, 12:30
Ai microfoni della RSI Stella Assange ha dichiarato: “È in gioco la vita di Julian: ciò che ho sperimentato finora del sistema giudiziario britannico è incomprensibile. Sono state presentate alla Corte prove che Julian è stato vittima di un complotto per ucciderlo sotto l’amministrazione Trump, quando Pompeo era direttore della CIA, ed era ossessionato da Julian. Se ne era discusso ai più alti livelli della Casa Bianca. Queste notizie non sono mai state smentite. E i tribunali hanno semplicemente chiuso un occhio, perciò se ciò è possibile ci si può aspettare solo il peggio, francamente”.
Estradizione di Assange: l'udienza
SEIDISERA 20.02.2024, 18:34
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