“Siamo arrivati al plateau, vuol dire che siamo arrivati al picco, ma il picco non è una punta bensì un pianoro da cui ora dobbiamo discendere". Lo ha dichiarato martedì il presidente dell'Istituto superiore di sanità italiano (ISS) Silvio Brusaferro, commentando gli ultimi dati sull’epidemia da coronavirus in Italia, che lasciano intravvedere un leggero miglioramento.
Quasi ad un mese e mezzo da quel 20 febbraio quando a Codogno è stato diagnosticato il Covid-19 al 38enne Mattia, nella Penisola si contano 105'000 contagi, di cui 77'000 ancora attivi. Il prezzo pagato fino ad ora sul fronte delle vittime è altissimo: quasi 12'500 morti, di cui 837 soltanto nelle ultime 24 ore.
Ma nei numeri degli ultimi giorni, gli specialisti indicano anche dei segnali positivi. La prima buona notizia è che i ricoverati negli ospedali stanno diminuendo: il 26 marzo l'incremento era stato di 1'276 nuovi malati, sabato di 710, domenica di 409, lunedì di 397. La Lombardia, che resta la regione più colpita, ha ospedalizzato "solo" 68 nuovi pazienti e l'Emilia che conta invece 14 in meno. Calano anche i nuovi ingressi in terapia intensiva: oggi sono 42, ieri erano 75, il 26 marzo 120.
Proprio ora, però, non bisogna abbassare la guardia. "È necessario essere cauti, dobbiamo ancora iniziare la discesa e la discesa si comincia applicando le misure di isolamento in atto", ha dichiarato Brusaferro, spiegando che "dal pianoro l'epidemia può ripartire". Se così fosse, verrebbero vanificati gli sforzi di un Paese che è in "quarantena" dal 10 marzo e che lo sarà ancora almeno fino a Pasqua.