L'Unione Europea prepara gli strumenti legislativi per rispettare gli impegno assunti a Parigi, che prevedono una riduzione del 40% delle emissioni a effetto serra entro il 2030. Due sono gli aspetti principali del piano presentato oggi, mercoledì, accolto piuttosto freddamente dagli ambientalisti: il risparmio energetico e una svolta verso il mercato della produzione da fonti rinnovabili, fin qui largamente sovvenzionata e che entro il 2020 dovrebbe arrivare a costituire il 20% del totale. Si potranno generare investimenti per 177 miliardi di euro, creare oltre 900'000 impieghi e dare una spinta dell'1% al PIL dei Ventotto.
Alla prima voce vanno invece iscritti trasporti meno inquinanti e l'efficienza energetica degli edifici e degli apparecchi. Si punta a ridurre del 30% il consumo rispetto al livello del 1990, ma il Parlamento di Strasburgo è più ambizioso della Commissione e punta al -40%. Bruxelles vuole inoltre imporre un limite alle emissioni di CO2.
La critica di Greenpeace però è severa: "questo pacchetto di misure non fa altro che tirare il freno. Distribuisce soldi alle centrali a carbone e dà alle compagnie energetiche più potere di controllo sul sistema energetico, limitando il ruolo dei consumatori come produttori di energia rinnovabile".
pon