Dopo settimane di battaglie sul fronte meridionale, l'Ucraina ha annunciato lunedì la riconquista del villaggio di Robotyne, lungo l'asse che nei piani della controffensiva lanciata a inizio giugno dovrebbe condurre i soldati di Kiev verso Tokmak, Melitopol e poi il porto di Berdyansk, così da spezzare in due l'area controllata dalle truppe russe nel sud del Paese e il collegamento terrestre con la Crimea annessa nel 2014. Obiettivi, soprattutto gli ultimi, ancora lontani.
"Una conquista significativa, ma non so quanto possa essere determinante", ha detto al Radiogiornale della RSI l'analista militare Vincenzo Camporini, secondo il quale i russi hanno schierato in difesa delle loro linee tutti i mezzi a loro disposizione. Camporini si dice ottimista sulla possibilità di successo dell'operazione, che in due mesi ha dato finora frutti modesti a fronte di costi umani e materiali elevati. Un ottimismo condiviso dal presidente Volodymyr Zelensky, che preannuncia un settembre "produttivo" e dall'Institute for the Study of War - un centro di analisi pro-occidentale - che si interroga sulla capacità del Cremlino di mobilitare risorse sufficienti per difendere le successive linee di difesa.
L'esercito di Mosca nelle ultime settimane ha concentrato le sue forze nell'Ucraina nord-orientale, dove ha ripreso l'iniziativa e guadagnato lentamente terreno in direzione di Kupiansk.