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La Cina avanza nei Balcani

Il ponte di Sabbioncello, in Croazia, è la prima infrastruttura finanziata dall'UE ad essere costruita da una ditta della Repubblica popolare

  • 4 marzo 2019, 20:00
  • 22 novembre, 22:57
02:57

RG 18.30 del 04.03.2019: il servizio di Giovanni Vale

RSI Info 04.03.2019, 19:55

  • Jelena Prtoric

A metà gennaio, sono iniziati i lavori per la costruzione del ponte di Sabbioncello (Pelješac), nei pressi di Komarna in Croazia. L’impresa cinese China Road and Bridge Corporation, vincitrice del bando pubblico per l’edificazione dell’opera, ha posato il primo pilone di prova, mentre il cantiere accoglie già un centinaio di operai perlopiù cinesi. Il ponte, che sarà completato entro il 2022, misurerà 2,4 km di lunghezza per 55 metri di altezza e la sua costruzione, assieme a quella delle vie di accesso e di altre piccole infrastrutture, costerà circa 420 milioni di euro, finanziati per l’85% dall’Unione europea (che ha assicurato alla Croazia 357 milioni di euro).

Rendering del futuro ponte di Peljesac esposto negli uffici amministrativi del cantiere. Il ponte sarà lungo 2,4 km e alto 55 metri e collegherà la regione di Dubrovnik all’estremità sud del paese con la parte settentrionale della costa croata.

Rendering del futuro ponte di Peljesac esposto negli uffici amministrativi del cantiere. Il ponte sarà lungo 2,4 km e alto 55 metri e collegherà la regione di Dubrovnik all’estremità sud del paese con la parte settentrionale della costa croata.

  • Jelena Prtoric

Si tratta della prima infrastruttura finanziata dall’UE ad essere costruita da una ditta cinese, anche se la Commissione europea non conferma quest’informazione per mancanza di un registro centrale delle imprese appaltatrici. L’opera è considerata di importanza strategica dal governo croato, perché volta a riunificare il territorio nazionale, collegando la regione di Dubrovnik al resto del paese. In mezzo ci passa in effetti il corridoio di Neum, un piccolo segmento di territorio bosniaco, storicamente di proprietà dell’Impero ottomano e ereditato da Sarajevo nel 1991.

Un ponte cinese nei Balcani

La Bosnia-Erzegovina teme che il ponte possa compromettere il suo unico accesso al mare e alcuni politici bosniaci hanno persino minacciato di fare causa a Zagabria se non interromperà i lavori. A Bruxelles, invece, c’è chi guarda con sospetto all’avanzare della Cina nei Balcani (e nell’Ue). Dopo l’acquisto del Pireo ad Atene, dopo gli investimenti in autostrade in Montenegro, acciaierie in Serbia o centrali elettriche in Bosnia-Erzegovina, la Cina ha ora vinto il suo primo progetto europeo e - assicurano gli esperti locali - ha ambizioni ancora maggiori.

Giovanni Vale/Jelena Prtoric

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