Il reportage

La Georgia al bivio

Alle urne nel fine settimana un Paese spaccato, fra chi vuole tracciare la strada verso l’Europa e chi non vuole inimicarsi il grande vicino russo

  • 23 ottobre, 11:20
  • Ieri, 11:10
03:00

La protesta in Georgia di chi vuole entrare in Europa

Davide Maria De Luca / Leonardo Delfanti / Hugh Bohane 24.10.2024, 12:33

Di: Davide Maria De Luca / Leonardo Delfanti 

Domenica 20 ottobre migliaia di georgiani sono scesi in piazza per protestare contro il Governo e sostenere l’ingresso del Paese nell’Unione Europea. La marcia, intitolata “La Georgia sceglie l’Europa”, è stata l’ultima grande manifestazione organizzata dell’opposizione e della vasta rete di ONG pro Unione Europea prima del voto di sabato prossimo, definito da molti un punto di svolta nella storia del Paese.

“Siamo qui perché non vogliamo la Russia, vogliamo l’Europa. Il popolo georgiano lotta per la democrazia, ma il Governo ce la vuole togliere”, dice Kamar Checladze, studentessa di 19 anni, una delle partecipanti alla manifestazione.

Il Governo è accusato di avere tendenze autoritarie e di aver interrotto il processo di accesso all’Unione Europea approvando norme liberticide. La più controversa è la legge che obbliga le organizzazioni che ricevono fondi dall’estero a iscriversi in uno speciale registro. Approvata la scorsa primavera, la legge sulle ONG ha portato a grandi manifestazioni, scontri con la polizia e a rapporti sempre più tesi tra il Governo locale, l’Unione Europea e gli Stati Uniti.

«Mancano sei giorni alle elezioni chiave, un vero referendum, in cui l’assoluta maggioranza deciderà che la Georgia non vuole tornare sotto la Russia, vuole andare in Europa. Sarà questo che decideranno le elezioni», dice Elene Khoshtaria, leader della Coalizione per il cambiamento, una delle tre principali coalizioni dell’opposizione. “I nostri partner lo hanno messo in chiaro, e lo sappiamo noi stessi: questo Governo è un vicolo cieco, con lui non entreremo mai in Europa”.

Khoshtaria dice che la campagna elettorale è stata segnata da irregolarità e intimidazioni, ma nonostante questo i georgiani saranno uniti nello scegliere l’Europa e non la Russia. Ma i sondaggi offrono una prospettiva meno rassicurante, dice Dustin Galbraith, docente all’università Ilia di Tblisi: “Sarà un voto sul filo del rasoio”. I sondaggi in Georgia sono molto partigiani, ma un’analisi accurata indica che il partito di Governo, Sogno Georgiano, potrebbe ottenere intorno al 40%, una soglia potenzialmente sufficiente a ottenere una maggioranza parlamentare. Una vittoria che potrebbe arrivare anche grazie alla frammentazione dell’opposizione.

Nel frattempo, il Governo punta a convincere gli elettori che per un Paese piccolo come la Georgia, avere un atteggiamento aggressivo con il grande vicino russo è pericoloso, soprattutto dopo che la guerra in Ucraina ha dimostrato le difficoltà di Europa e NATO nel proteggere i Paesi alleati dalle aggressioni.

Mentre i georgiani manifestavano, le elezioni in Moldavia hanno visto una vittoria marginale del fronte pro-europeo, un segnale inquietante per l’opposizione. Ma domenica, almeno per un giorno, l’ottimismo di chi crede in un futuro europeo ha dominato le strade di Tbilisi. Tra meno di una settimana sapremo quanto le loro speranze sono fondate.

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RG delle 12.30 del 22.10.24, il servizio di Davide Maria De Luca

RSI Info 23.10.2024, 09:45

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