La Grecia si prepara ad affrontare una giornata importante nella sua lotta per evitare il fallimento. Proprio oggi, martedì, doveva essere sbloccato un prestito da 7,2 miliardi di euro, parte del piano di aiuti europei al paese. Fondi congelati dopo l’interruzione dei negoziati e il referendum annunciato da Atene sulle proposte dei creditori.
Sul voto di domenica, il premier greco ha invitato gli elettori a votare "no", sostenendo che più forte sarà il rifiuto, più forte sarà la posizione di Atene nei negoziati, che Alexis Tsipras intende comunque proseguire. Di opinione opposta il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, secondo cui un rifiuto delle condizioni proposte ridurrebbe i margini di manovra nelle trattative.
Senza i fondi europei la Grecia non sarà quasi sicuramente in grado di rimborsare un prestito da 1,6 miliardi al Fondo monetario internazionale, in scadenza oggi, martedì. Il mancato pagamento non comporterebbe automaticamente il fallimento di Atene, che sarebbe considerata in mora, ma la fine dei prestiti dall’istituzione finché non arriverà il rimborso. Questa evoluzione ha comunque portato le agenzie Standard & Poor's e Fitch a declassare ulteriormente il debito greco.
sf/REUTERS/AFP/AP