Dieci anni fa erano 1'500. Oggi, martedì, 300. Sono i sopravvissuti al campo di concentramento di Auschwitz, tornati in Polonia nel luogo dove esattamente 70 anni fa erano stati liberati dall’Armata rossa. È a loro, sempre più rari detentori di una Memoria diretta dell’Olocausto, che ha voluto dare voce la cerimonia solenne che si è tenuta nell’ex campo di sterminio nella "Giornata della memoria".
"Non vogliamo che il nostro passato sia il futuro dei nostri figli", ha detto Roman Kent, nato nel 1929, detenuto 2 anni dai nazisti.
Una cerimonia per i sopravvissuti
Erano presenti anche 38 delegazioni e 15 capi di Stato, fra cui la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga, il presidente francese François Hollande, quello tedesco Joachim Gauck e quello ucraino Petro Poroshenko. All’eccezione del presidente polacco Bronislaw Komorowski nessuno di loro ha preso la parola.
La Consigliera federale, in un messaggio pubblicato online, ha tuttavia dichiarato: "Le persone che ricordano in prima persona quel periodo sono sempre di meno. Spetta a noi, della generazione successiva, mantenere viva la memoria di quei terribili anni della storia europea".
La Russia è stata rappresentata dal vicepremier Serghiei Ivanov. Con la crisi e il conflitto in Ucraina sullo sfondo, il presidente russo Vladimir Putin, non fra i 4'000 invitati, ha preferito partecipare a una cerimonia al museo dell'Ebraismo a Mosca.
Vladimir Putin e il presidente della Federazione delle comunità ebree russe, Alexander Boroda
ats/reuters/ZZ
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