La diffusione del virus nei bambini

Uno studio pubblicato giovedì, condotto dai ricercatori del Massachussetts General Hospital for Children statunitense, evidenzia che i ragazzi in età pediatrica, in questo caso dagli 0 ai 22 anni, hanno una carica virale molto più elevata rispetto agli adulti ricoverati in terapia intensiva.

"Questo è uno studio molto importante - afferma Alessandro Diana, pediatra ed esperto a Infovac (la piattaforma di informazione sulle vaccinazioni) - però non tiene in considerazione le catene di trasmissione". Queste ultime definiscono gli eventi necessari che determinano un'infezione nell'organismo. Gli studi effettuati finora che analizzano specificamente le catene di trasmissione confermano che "è piuttosto l'adulto ad infettare il bambino".

L'unica certezza che continua a confermarsi è che questo virus ancora non lo conosciamo del tutto. Sono stati molti gli studi che in questi mesi si sono smentiti a vicenda. "All'inizio si procede con alcune osservazioni o con ipotesi - spiega Alessandro Diana - però in scienza un'ipotesi non dà la prova di una causa-effetto". Questo, secondo l'esperto, spiegherebbe perché "abbiamo l'impressione che una volta si dice una cosa e una volta un'altra".

La riapertura delle scuole in Ticino

Il 31 agosto nella Svizzera italiana si torna nelle aule scolastiche. Le scuole hanno già ripreso in molte parti del mondo e non senza problemi. Diverse, però, le classi finite in quarantena. "Abbiamo tutti bisogno di tornare a scuola - conclude il medico - bisogna mandare i bambini a scuola, io li manderei senza esitare, però naturalmente con le misure di precauzione". L'associazione mantello degli insegnanti in Svizzera ha ad esempio chiesto di installare nelle classi strumenti per verificare la presenza del coronavirus.