Yves Rossier è stato ambasciatore svizzero in Russia fino al 2020. Quali sono le sue considerazioni su quanto sta avvenendo in Ucraina e sulle prospettive per il conflitto in atto? Lo ha incontrato alla biblioteca cantonale di Lugano la collega Bettina Müller
Per me l'idea della Russia che fa la guerra all'Ucraina era come pensare che l'Inghilterra potesse invadere la Scozia. Quindi per me era inconcepibile. Qui siamo in un altro tipo di razionalità. Constato che la guerra è sanguinosa, che è meno facile di quanto la Russia si aspettasse e che ogni giorno che passa con l'alto numero di morti da entrambe le parti avrà un impatto su come saranno le cose in futuro.
Le posizioni sono molto distanti e moltissimo sangue è stato versato. È possibile tornare indietro per la Russia?
Io direi che la situazione è cambiata radicalmente, che la Russia non può tornare sui suoi passi perché è stato versato troppo sangue. E ogni giorno che passa c'è più distruzione, più morti e non si può più tornare indietro. Specialmente nei rapporti fra la Russia e l'Ucraina. È vero che la Russia e l'Ucraina hanno un'origine comune. Le popolazioni sono in gran parte imparentate, hanno mille anni di storia in comune, almeno sulla sponda sinistra del fiume Dniepr. Ma io penso che con tutto quello che sta succedendo, la percezione che gli ucraini hanno della Russia sia cambiata radicalmente e non c'è possibilità di ritorno possibile. Ma mi posso sbagliare: anche alla fine della Seconda Guerra Mondiale, dopo tutto quello che è successo, le relazioni fra i Paesi belligeranti si sono in gran parte appianate.
C'è chi intravvede un negoziato di pace già fra un mese, le sembra realistico?
Effettivamente la guerra non potrà durare troppo a lungo. Perchè la capacità di resistenza degli ucraini non è infinita, e nemmeno la capacità di azione dell'esercito russo è infinita. La guerra costa molto cara alla Russia in termini di soldi, mezzi, uomini. Si tratta di capire da che parte sta il fattore tempo. Nei negoziati è importante capire a favore di chi sta giocando il tempo. Ma questo dall'esterno non è possibile dirlo.
Lei ha incontrato personalmente Vladimir Putin. Che impressione ne ha ricavato?
Prima di tutto sono rimasto colpito dal suo ottimo tedesco. Ci siamo parlati in tedesco e aveva una sintassi perfetta. Piacerebbe a me avere una sintassi così in russo! L'ho trovato molto attento alla discussione. Era in occasione della visita del presidente della Confederazione a Mosca: Putin rispondeva ai miei argomenti, anche se io ero solo un ambasciatore e lui il presidente russo. Entrava nel merito, era attento a quanto si diceva. È un'impressione basata su 2-3 incontri e non è molto importante.
La Svizzera si è allineata alle sanzioni europee contro la Russia . La Russia ha messo la Svizzera sulla lista dei Paesi "ostili" . Siamo ad uno strappo definitivo?
Impossibile dirlo. Ma se guardiamo a tutto quello che sta capitando in Ucraina le relazioni fra la Svizzera e la Russia non sono certo l'aspetto più importante dell'attualità internazionale. Potremo fare un'analisi della situazione quando saranno finiti i combattimenti. Quello che conta oggi è quello che succede sul terreno. Le persone che muoiono, quelle che combattono. E poi, le trattative fra la Russia e l'Ucraina. Tutto il resto, credo, oggi è secondario.