Con la presa di Kabul e le immagini dei miliziani nel palazzo presidenziale, una nuova era della politica afghana sotto il segno del fondamentalismo islamico sembra ormai inevitabile. I talebani promettono una nuova era di pace e negano che ci saranno ritorsioni contro coloro che si sono schierati dall’altra parte durante questo ventennio di occupazione americana.
Ma molti afghani ricordano con paura il precedente periodo dell’Emirato islamico dell’Afghanistan, quando alle donne veniva proibito lavorare fuori casa o frequentare la scuola. Erano costrette a indossare il burqa e dovevano essere accompagnate da un uomo quando uscivano.
Oggi, i leader talebani affermano di essere aperti all'istruzione delle donne, ma i sostenitori dei diritti dicono che le regole variano a seconda dei comandanti locali e delle comunità stesse. Secondo alcune informazioni confermate anche dal ticinese Pierre Tami, attivo nell’ambito umanitario, in alcuni villaggi i miliziani stanno chiedendo la lista delle donne non sposate, per poterne in futuro disporre come schiave.
Il ritorno di tempi bui per le donne
Telegiornale 14.08.2021, 22:00
I talebani sono anche noti per punire l’adulterio con la lapidazione e per effettuare esecuzioni pubbliche, in conformità con la loro rigida interpretazione della legge islamica. Nelle zone recentemente conquistate, i negozi e le scuole sono ancora chiusi, mentre dopo l'arrivo a Kabul, domenica, sui social network è iniziata a circolare l'immagine del proprietario di un salone di bellezza che copre i poster in cui erano ritratte delle donne. Simbolo di un possibile azzeramento delle libertà e dei diritti conquistati in questo ultimo ventennio.
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