Il diritto costituzionale all’interruzione di gravidanza negli Stati Uniti ha un nome: “Roe vs Wade”. Da Jane Roe, lo pseudonimo della donna che nel 1970 fece causa allo stato del Texas rivendicando il suo diritto ad abortire, e Henry Wade, l’allora procuratore della Contea di Dallas. Il 22 gennaio del 1973, con una maggioranza di 7 a 2, la Corte Suprema americana decise di dare ragione alla donna.
Ma chi era Jane Roe? Il suo nome è Norma McCorvey e un recente libro-inchiesta di Joshua Prager racconta la sua storia, quella della sua famiglia e quella della bambina che non doveva nascere e che oggi ha 52 anni.
Joshua Prager.
“Ho cercato di raccontare il lato umano dietro a una sentenza, racconta Prager al Telegiornale, un volto dietro a un nome e la Famiglia Roe non è solo quella di Jane (alias Norma McCorvey) ma le decine di milioni di americani la cui vita è inesorabilmente legata a quella vicenda”.
Norma era un personaggio a dir poco controverso, con diverse dipendenze, la cui vita è stata caratterizzata da incoerenze e svolte repentine. “Per molte persone, spiega Prager, Norma era la querelante sbagliata, piena di difetti, non istruita, non parlava bene… Ma in realtà è stata il simbolo perfetto dell'aborto in America, perché ne ha incarnato le molte lotte, le sfumature, le ambiguità su entrambi i fronti.”
The Family Roe.
La storia di Jane Roe-Norma McCorvey – morta sola nel 2017 – non è necessariamente di quelle a lieto fine, è piena di contraddizioni e infelicità, ma la sua parabola racconta di come gli Stati Uniti arrivarono a iscrivere nella Costituzione un diritto – quello all’aborto – che pareva il simbolo di molte battaglie civili del decennio precedente.
Oggi quello stesso diritto è oggetto di un violento scontro ideologico. “Non era così 50 anni fa, racconta Prager, non era così politicizzato e polarizzato. I repubblicani George Bush e Ronald Reagan erano pro-choice, i democratici Al Gore [ndr fino al 1992] e Jessie Jackson erano pro-life. Questo “assolutismo” non viene dall’alto, è qualcosa che l’America ha fatto a sé stessa, una ferita che si è infitta da sola”.
Norma McCorvey e la sua legale nel 1989.
E ora che stando alle fughe di notizie di inizio maggio la Corte Suprema si appresta a cancellare lo storico verdetto del 1973, Joshua Prager non nasconde la preoccupazione: “Se dai a qualcuno un diritto, non puoi toglierlo e aspettarti che non ne risenta, dice, una volta cancellata la sentenza Roe vs Wade sarà tutto più complicato, più esplosivo e pericoloso nel nostro paese. E temo sarà una situazione che si protrarrà per anni e anni a venire”.