"Hitler non voleva 'sterminare' gli ebrei, ma 'espellerli'. In verità fu convinto della soluzione finale dal muftì di Gerusalemme Haj Amin al-Hussein". Il premier israeliano ha usato queste parole durante il 37esimo Congresso sionista mondiale, svoltosi nel fine settimana a Gerusalemme. Benjamin Netanyahu non è nuovo a simili dichiarazioni. Già nel 2012, davanti alla Knesset (Parlamento), aveva definito al-Hussein "uno dei più importanti architetti dell’Olocausto".
Inevitabili e immediate le reazioni da più parti che lo criticano di voler distorcere la storia. Isaac Herzog, leader dell’opposizione, ha chiesto a Bibi di correggere immediatamente queste affermazioni, così come il segretario generale dell’OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) Saeb Erekat, che ha aggiunto: "I palestinesi hanno lottato con gli alleati contro il nazismo".
Netanyahu, nel giorno del suo 66esimo compleanno, è atteso mercoledì in Germania, dove a Berlino incontrerà la cancelliera Angela Merkel e (giovedì) il segretario di Stato americano John Kerry.
"La responsabilità è della Germania"
E nel pomeriggio pure Berlino ha preso posizione affermando che la responsabilità di quanto avvenne durante il nazismo è della Germania. "Conosciamo bene l’origine dei fatti", ha dichiarato il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, "(…) non c’è nessun motivo per cambiare la storia".
ATS/AlesS
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