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La strage da una stanza

Stephen Craig Paddock ha sparato sulla folla dalla sua camera d'albergo. Aveva 19 fucili e armi automatiche

  • 3 ottobre 2017, 01:15
  • 23 novembre, 04:05
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La grafica della sparatoria a Las Vegas

EBU 03.10.2017, 00:44

Ben diciannove armi da fuoco sono state ritrovate nella stanza d’albergo di Stephen Craig Paddock, il 64enne che nella notte tra domenica e lunedì a Las Vegas ha causato la morte di 59 persone e il ferimento di altre 527.

Nella piazza antistante l’hotel Mandalay Bay c'erano radunate 22'000 persone per assistere ad un concerto country, quando improvvisamente alle ore 22.08 (le 5.08 in Svizzera) sono partite le raffiche d’arma automatica dal 32esimo piano del palazzo. Robert Hayes, un pompiere che stava assistendo al concerto, ha descritto la situazione paragonandola ad una scena di guerra: “La densità della folla è stata un bersaglio facile, come abbattere delle vacche in un corridoio”. Una testimonianza fortissima, come fortissime sono le immagini postate sui social da molti dei presenti. Tra quelle più viste figurano anche le riprese di Dan Bilzerian, il 36enne giocatore di poker considerato il "re di Instagram". Il suo video ha portato a tutti l'orrore dell'accaduto.

L’assassino, che le forze speciali SWAT hanno ritrovato morto nella camera, non aveva mai manifestato nessuna particolare stranezza e a parte qualche contravvenzione stradale, la sua fedina penale risultava pulita. “Era una persona normale”, ha affermato suo fratello Eric, “deve essere andato fuori di testa. Inoltre non aveva convinzioni religiose”. La rivendicazione su internet dell’attentato da parte dell’IS non ha trovato riscontro dall’intelligence statunitense.

Stephen Paddock era un pensionato di Mesquite, località di 18'000 abitanti a 140 chilometri da Las Vegas. È diventato l’autore dell’attentato con armi da fuoco più letale provocato da una singola persona negli Stati Uniti.

ATS/EnCa

L'analisi di quanto avvenuto sarà al centro della puntata di martedì di Modem Strage a Las Vegas (ReteUno alle 8.20)

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