Un pomeriggio breve, brevissimo, coi militari, tutti volontari e quindi non pagati, del battaglione Slobozhanshchyna che si occupa di operazioni speciali, basta per capire cosa sia questa guerra, di cui parliamo da tre mesi, di cui tanto si è visto e detto, ma che provare da vicino è impressionante.
Pochi chilometri per lasciarsi dietro i palazzi ancora disabitati, perché inagibili, di Saltivka, alla periferia di Kharkiv, per andare in direzione di Tsyrkuny, liberata pochissimi giorni fa, tanto da attirare l’attenzione della stampa. Ma la controffensiva ucraina, che ha respinto le truppe russe di terra fino al confine – al punto da fare arrivare la propria fanteria a ridosso della frontiera - ha scatenato la reazione di Mosca, che da questa mattina ha fatto scattare i sistemi di lancio Grad che hanno colpito con razzi i villaggi più vicini al confine russo, che dista meno di 40 chilometri da Kharkiv e dove sono tornati a vivere dei civili.
La seconda città di Ucraina, per numero di abitanti e importanza, si confronta quindi ancora con l’instabilità dovuta alla vicinanza del vicino nemico che, bombardando a pioggia come è successo in queste ore, sembra voler lanciare un monito contro una regione che sentiva già voglia di normalità. Oggi, per esempio, hanno ripreso a funzionare i trasporti pubblici urbani e nella regione, secondo le autorità locali, stanno facendo ritorno, ogni giorno, almeno duemila persone che erano fuggite dopo l’invasione russa del 24 febbraio scorso.