Riunione d’urgenza, oggi, per il Governo ed i vertici militari libanesi, all’indomani dell'attentato che ha rotto quattro anni di relativa tregua. Il premier Najib Mikati ha offerto le sue dimissioni al presidente Michel Slimane, che le ha rifiutate.
Nel mirino dei terroristi, ieri, è finito il capo dei servizi d’informazione della polizia, il generale sunnita Wissam al Hasan. Il 47 enne ha indagato su numerosi attentati che hanno colpito il paese negli ultimi anni e dietro ai quali si sospettava si celasse Damasco. Con lui sono morte altre sette persone.
L'opposizione libanese chiede a gran voce le dimissioni del Governo, accusandolo di "applicare le politiche del regime ciminale siriano e dei suoi alleati e di favorire la copertura di questo complotto criminale”. Un chiaro riferimento all'Iran e al movimento sciita libanese Hezbollah, che fa parte dell'esecutivo.
Oppositori chiamati a raccolta domani
Oggi la stampa libanese era unanime nell’affermare che il paese dev’essere ora “pronto al peggio”. Spari di arma da fuoco sono stati esplosi oggi dalla Siria in Libano, a pochi passi dalla frontiera, contro dei civili libanesi sunniti che manifestavano contro l'attacco. L'opposizione ha chiamato la popolazione ad accorrere in massa, domani, ai funerali del generale per manifestare contro il regime di Damasco.
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