Il Governo di accordo nazionale libico del premier Fayez al Sarraj "dopo il massacro a Tajoura sta considerando il rilascio di tutti i migranti nei centri di detenzione, perché la loro sicurezza non può essere garantita". A spiegarlo è stato, riferisce The Libya Observer, il ministro dell'interno Fathi Bashagha. L'attacco aereo al centro che ospitava 600 persone vicino alla base militare di Dhaman nei pressi di Tripoli nella notte tra martedì e mercoledì ha provocato 44 morti e 130 feriti.
In un post su Facebook il Ministero, riferendo di un incontro avuto con la coordinatrice umanitaria ONU Maria Ribeiro, afferma che si sta considerando "la chiusura dei centri e il rilascio dei migranti illegali per tutelare le loro vite e la loro sicurezza".
Interpellato dall'ANSA, il funzionario protezione dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite (UNHCR), Andrea De Bonis ha affermato: "Auspichiamo da tempo il rilascio dalla detenzione dei migranti nei centri in Libia. A queste misure va affiancata una presa di responsabilità dei Paesi europei, affinché supportino dei piani di evacuazione dei rifugiati che si trovano in Libia".
Il numero di bambini, donne e uomini detenuti nei centri libici non è noto con precisione. Nel suo ultimo intervento di fronte all'assemblea dell'ONU il capo della missione UNSMIL Ghassan Salamé ha affermato però che circa 3'400 migranti e rifugiati sono intrappolati nelle strutture esposte o in prossimità dei combattimenti tra le due coalizioni che si contendono il potere.
Migranti libici
Telegiornale 05.07.2019, 22:00