"La visita alla centrale atomica di Zaporizhzhia non è certo tecnica, ma politica". A spiegare alla RSI cosa possono concretamente fare, nel poco tempo loro concesso, gli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica è una persona che proprio all'AIEA è stato direttore aggiunto. "L'obiettivo principale - spiega Bruno Pellaud, oggi vicepresidente del Forum nucleare svizzero - è quello di ricordare ai rappresentanti dell'esercito che il sito di Zaporizhzhia, come qualsiasi altro complesso nucleare civile non può essere un obiettivo militare".
La missione ha dunque un'importanza innanzitutto come messaggio. Vi sono poi altri due aspetti importanti. L'ispezione serve anche a ricordare che l'impianto, dice Pellaud, "non deve essere utilizzato come minaccia. Cioè, non è accettabile un discorso del tipo: se ci attaccate, allora provocate l'incidente nucleare". Infine, la centrale "non deve diventare una sorta di scudo, un rifugio per armi o droni da utilizzare in attacchi".
Un grosso incidente, continua l'esperto, non conviene oggi a nessuna delle due parti belligeranti: "C'è un pericolo, quello di una fusione del nucleo. Detto questo - dice Pellaud - ci sono due motivi per i quali entrambe le parti, Russia e Ucraina, non hanno alcun interesse a danneggiare la centrale. Il primo è legato alla sicurezza. Questa centrale è vicina alla frontiera russa, alla Crimea". Il secondo, aggiunge, è che la centrale serve ad entrambi: "Gli ucraini ne hanno bisogno perché produce dal 6 al 15% del loro fabbisogno di elettricità. I russi vogliono, invece, collegarla alla loro rete elettrica.
In un giorno o poco più è possibile fare una visita seria? "Sì. Gli ispettori conoscono molto bene il sito perché ci sono sempre andati regolarmente ogni due mesi per i controlli di routine. Hanno accesso a tutte le parti propriamente nucleari e anche a quelle che non lo sono. Gli ispettori hanno 24 ore e lavoreranno 18-20 ore di fila, ma i controlli saranno fatti", conclude Pellaud.